aMICI DIVINI

Oggi i nostri aMici hanno deciso di fare la conoscenza con gli dei del mondo greco e romano! Accompagniamo il micio nero di nome Jojo e la micia bianca Jeje in questa nuova e interessante scoperta.

Andiamo in Museo, mi pare di aver visto un vaso molto interessante su cui è dipinta una serie di divinità che vorrei conoscere!
Certo, credo si trovi al secondo piano, nella sala dei vasi greci.

Si tratta di uno di quei vasi che vengono chiamati STAMNOS. I greci mettevano questi vasi al centro della sala imbandita per i pasti. Esattamente come oggi si mettono le bottiglie. Conteneva infatti il vino.
Il vino degli antichi greci, pur se proveniente dalla spremitura dell’uva, certo non assomigliava a quello moderno. Era denso e molto alcolico, così per berlo lo diluivano con molta acqua.
Immergevano nello stamnos un vasetto più piccolo per poi versare il vino nelle coppe.

Questo bel vaso risale al quinto secolo prima della nascita di Cristo, ha dunque 2.500 anni. È stato creato ad Atene, una delle più importanti città della Grecia. È in ceramica di colore rosso, che il pittore ha coperto con una vernice nera (la tecnica in realtà è un poco più complessa) su tutta la superficie, tranne sulle figure delle quali aveva tracciato i contorni. Poi ha dipinto con la punta del pennello i particolari interni, come occhi, bocca, capelli e stoffa dei vestiti. Una volta finito di dipingere, il vaso è stato messo nel forno a cuocere; una fase delicatissima della creazione, dalla quale dipendeva la buona riuscita del vaso. In questo nostro caso, una cottura perfetta. Pare fatto oggi!

Siamo qui oggi, però, per vedere le figure dipinte: tutto intorno al vaso, c’è una processione di uomini e donne, tutti dei. Stanno festeggiando l’arrivo dell’eroe Ercole che, dopo la sua morte sulla terra, viene accolto sull’Olimpo, il monte dove vivono gli dei immortali.
Nell’elaborazione fotografica, che al computer ha riportato tutte le figure su un unico piano, vediamo: da sinistra Dioniso, Era, Zeus, Artemide, Atena, Ercole, Apollo, Ebe, Poseidone e Hermes. Ora li conosceremo uno alla volta.

Prima però facciamo un salto nell’altra sede del Museo, in un fantastico sotterraneo del Castello di San Giusto, dove c’è il Lapidario Tergestino.

Eccoci nella sezione dedicata al Teatro di Trieste romana, chiamata allora Tergeste.
Qui esposte l’una accanto all’altra sono le statue trovate nello scavo archeologico del Teatro Romano. Raffigurano, naturalmente, gli dei.

Devi sapere che il teatro aveva anche allora un palcoscenico sul quale recitavano gli attori. Ma alle loro spalle avevano una scena monumentale in muratura, come la facciata di un palazzo, con porte, colonne e tante statue nelle nicchie. Questa scena è purtroppo crollata e con essa le statue, che cadendo si sono spezzate, sono in marmo. Gli archeologi le hanno trovate in frammenti, in parte ricostruite e studiate per capire chi raffigurano.
Sono, sempre a partire da sinistra, e questa volta con i loro nomi romani: Esculapio, Igea, Minerva, Apollo, forse Bacco e infine Venere.

Nomi diversi, ma sempre gli stessi dei. Dunque…


Il Grande Padre Divino

Zeus/Giove

Incominciamo dal padre di tutti, si chiama Zeus, il romano Giove.
Egli fu il dio supremo, figlio di Crono/Saturno e Rea. Aveva una passione incontenibile per le donne e in tutti i modi più fantastici tradì la sua gelosissima moglie Era/Giunone. Ebbe dalle numerose amanti molti figli, tanto divini che umani.
Dio dei cieli e signore di tutti gli dei, era il garante del potere, dell’ordine e della legge che amministrava con saggezza.
Figura solenne e maestosa impugna lo scettro oppure un fascio di fulmini con i quali inesorabile colpiva i nemici e tutti coloro che gli si ribellavano.
Simboli della sua suprema potenza erano gli animali a lui sacri, il toro e l’aquila, che spesso è raffigurata ai suoi piedi.

Accompagnano Jojo in veste di Zeus: il particolare dello stamnos greco, la piramide in pietra con i simboli di Giove, l’aquila che stringe tra gli artigli un fascio di fulmini e solleva nel becco la corona, proveniente dall’area sacra di Tergeste romana (esposta al Lapidario Tergestino); una statuetta frammentaria del dio in pietra dalle collezioni romane del museo.


La Regina della Gelosia

Era/Giunone

La moglie di Zeus/Giove si chiamava per i greci Era, per i romani Giunone. Dalla loro unione nacquero 4 figli: Efesto, Ares, Ilizia e Ebe, che conosceremo poi. Fu gelosissima e si accanì contro le sventurate donne amate dal marito e soprattutto contro uno dei figli di lui, Eracle/Ercole.
Fu comunque la dea protettrice delle donne (anche perché il marito non riusciva ad amarle tutte), del matrimonio e del parto. Viene raffigurata come donna con corona/diadema e scettro a indicare la sua posizione di regina dell’Olimpo.
Suoi animali sacri erano la vacca e soprattutto il pavone.

Accompagnano JeJe in veste della dea Era/Giunone: l’immagine festante di Era dallo stamnos; lo specchio romano in bronzo ritrovato ad Aquileia, con sul retro la dea Giunone, dal lungo scettro, che allatta il piccolo Ercole, accompagnata da Minerva e il dio alato del sonno; e un bel busto romano in bronzo della dea Giunone rinvenuto nel territorio a nord di Trieste.


La Figlia Prediletta

Atena/Minerva

La figlia preferita di Zeus/Giove fu Atena, per i romani Minerva, nata già armata (con elmo, corazza, scudo e lancia) dalla testa del padre.
Dea della saggezza, Atena/Minerva era allo stesso tempo una guerriera che lottava per la legge e la pace, così come era patrona delle Arti e delle Scienze. Proteggeva le città, soprattutto Atene.
Il suo animale sacro era la civetta, simbolo di saggezza e filosofia.

Accompagnano Jeje armata in veste di Atena/Minerva, accanto alla sua civetta: il particolare con la dea sullo stamnos greco; la statua in pietra dal Teatro Romano di Trieste; un bel bronzetto romano esposto in museo; e un bicchiere (chiamato skyphos) greco con la figura della civetta sacra ad Atena.


L’immagine del Sole Splendente

Apollo

Da una donna di nome Latona, Zeus/Giove ebbe due gemelli, un maschio, Apollo, e una femmina, Artemide.
Apollo, chiamato anche dai romani con questo nome, era un giovane dio che veniva ritenuto immagine del sole splendente.
Allo stesso tempo Apollo quando lo facevano arrabbiare, diventava un dio sterminatore usando le frecce del suo arco infallibile, ma poi, passata l’ira, era capace di guarire tutti i mali.

Viene raffigurato mentre suona la lira in quanto è inventore della musica, dio dell’arte e della poesia. Era detto Signore dei topi, e i suoi animali sacri sono i cigni, i lupi, le cicale, i serpenti, i delfini, i falchi e i corvi. In origine il corvo aveva il piumaggio di colore bianco che venne tramutato in nero per punizione, avendo il corvo mancato nel servire il dio.

Insieme a Jojo travestito da Apollo, vedi il particolare del dio intento a suonare la lira dipinto sullo stamnos greco; al centro la statua, purtroppo priva della testa, in pietra dal Teatro Romano di Trieste.


L’immagine della Luna Cacciatrice

Artemide/Diana

Gemella di Apollo era Artemide, la romana Diana, dea della Luna, altra faccia del sole, immagine del fratello.
Artemide era portatrice di luce nelle tenebre con la fiaccola. Più spesso è raffigurata come giovane cacciatrice armata di arco e frecce.
Regina dei boschi e degli altipiani, era la divinità della natura, e allo stesso tempo protettrice anche della vita degli uomini. Veniva invocata per ottenere la pioggia dispensatrice della vita universale.

L’accompagnano la lepre, il cerbiatto e i cani da caccia.

Tra Jeje in costume da Artemide/Diana e l’immagine della dea con la torcia dello stamnos greco, vedi la grande anfora dipinta a figure rosse che raffigura una delle cacce più famose della mitologia greca: quella al mostruoso cinghiale Calidonio (proviene dalla Puglia, forse creato a Taranto, si trova al II piano del museo).


Il Signore del Vino

Dioniso/Bacco

Altro figlio di Zeus/Giove e della principessa umana Semele, fu il dio Dioniso, il romano Bacco. Originariamente era un dio della fertilità. Grato agli uomini, in mezzo ai quali era cresciuto, insegnò loro la coltivazione della vite e la preparazione del vino, ritenuto di sua invenzione. Venne a lui attribuito anche il canto e fu l’ispiratore della recitazione teatrale.
Viene raffigurato giovane mentre regge un tirso (bastone con pigna e vite) e un bicchiere (rhyton o kantharos).
Suoi animali sacri erano la pantera e il delfino.

Accanto a Jojo, forse un pochino ubriaco per aver intinto il muso in troppo nettare d’uva, con tutti i simboli del dio Dioniso/Bacco, vedi il particolare con il dio sullo stamnos greco e, al centro, un altro vaso (una pelike) con il dio seduto e sotto a lui il suo felino (anche questo vaso è stato creato ad Atene).


Il Signore delle Tempeste

Poseidone/Nettuno

Poseidone, il romano Nettuno, era il fratello di Zeus/Giove che ricevette il dominio sul regno delle acque, tanto quelle salate che quelle dolci. Come dio del mare, faceva scatenare le tempeste che poteva poi placare.
È raffigurato con barba e lunghi capelli, impugna un tridente ed è accompagnato da delfini e cavalli marini.

Qui vediamo Jojo che impugna sicuro il tridente del dio Poseidone/Nettuno, accanto all’immagine del dio sullo stamnos greco; in alto la mano in marmo che stringe un delfino da una grande statua del dio ritrovata a Aquileia; e una scena con divinità marina sulle onde, da una casa di Tergeste romana.


Nata dalla Schiuma del Mare

Afrodite/Venere

La più affascinante delle dee era Afrodite, la romana Venere, dea della bellezza e dell’amore. Figlia di Urano, nata dalla schiuma del mare, fu portata a terra sopra una conchiglia su una spiaggia dell’isola di Cipro. Per questo Venere venne anche venerata come dea che rende sicura la navigazione. Sposa del dio Efesto, il fabbro divino, fu amata da dei e uomini.
Durante un banchetto nuziale, il dono di una mela d’oro con la scritta “alla più bella”, portata dalla dea della discordia Eris, accese un’aspra contesa tra Era, Atena e Afrodite. Zeus lasciò il compito della scelta a un umano, Paride, che preferì Afrodite, in quanto ella gli aveva promesso l’amore della donna più bella del mondo, Elena. Suoi animali sacri erano la colomba, il cigno e il delfino.

La micia più bella del museo, Jeje, è avvolta nel telo dopo aver fatto il bagno con l’acqua contenuta nel grande vaso dorato; accanto, la testa e la mano con il telo e il vaso, gli unici due pezzi che si sono conservati della bella statua in pietra della dea Venere dal Teatro Romano di Tergeste; e al centro, la statuetta o soprammobile in ambra raffigurante Venere, ritrovata ad Aquileia ed esposta in museo.


Il Messaggero degli Dei

Ermes/Mercurio

Figlio di Zeus/Giove, Hermes, il romano Mercurio, ebbe il compito di messaggero degli dei. Pertanto fu dio protettore del commercio e dei viaggi, ma allo stesso tempo dei ladri.
Viene raffigurato giovane con il copricapo da viandante alato (detto petaso), i calzari alati per spostarsi rapidamente; impugna il caduceo, bastone su cui si attorcigliano due serpenti, simbolo di pace e prosperità, usato dal dio per risolvere le liti.
Tra i tanti animali a lui sacri, sono: l’ariete, il gallo e la tartaruga dal cui guscio (carapace) creò la lira.

Tutto serio nel suo nuovo incarico di messaggero del museo, Jojo porta i simboli del dio Hermes/Mercurio: accanto il particolare con l’immagine del dio sullo stamnos greco e un raffinato bronzetto romano esposto in museo.


Gli Dei della Guarigione

Asclepio/Esculapio e Igea/Salus

Il figlio di Apollo, Asclepio, detto dai romani Esculapio, ereditò dal padre la scienza della medicina.
Con la tecnica, da lui inventata, poteva guarire ogni tipo di ferita e ogni tipo di malattia, facendo addirittura risorgere i morti.
Nei suoi templi viveva sempre un serpente, simbolo del dio, la cui muta annuale della pelle evocava il rinnovamento e quindi rappresentava il potere guaritivo del dio.
Gli sta accanto la figlia e compagna, la dea Igea, la romana Salus, dea della salute, dell’igiene e del benessere fisico.
Giovane donna prosperosa, ha un serpente che le scende dalla spalla per abbeverarsi verso il vaso che regge con una mano, mentre nell’altra porta un piatto per le offerte sacre.

Jojo con gli abiti di Asclepio/Esculapio insieme a Jeje come Igea/Salus osservano le due statue in pietra dal Teatro Romano di Tergeste; al centro una figurina romana in bronzo raffigurante la dea Salus, rinvenuta a Grado e ora esposta in museo.


L’eroe figlio divino

Eracle/Ercole

E siamo arrivati al festeggiato, Eracle, per i romani Ercole. Tanto per cambiare figlio del dio Zeus e della fanciulla di nome Alcmena.
Principale eroe del mito greco, fu vittorioso, fin da neonato, contro tutte le insidie che Era escogitò per eliminarlo.
Eroe garante dell’ordine sulla terra, è armato di una clava da lui realizzata con legno di ulivo, e indossa la inviolabile pelle del feroce leone Nemeo, da lui ucciso, che nessuna arma può penetrare.
Eracle/Ercole dovette superare molti ostacoli, come le 12 fatiche che portano il suo nome. Quale compenso, dopo la morte, venne accolto presso gli dei sull’Olimpo, dove ottenne l’immortalità e sposò Ebe.

Sotto la pelle del leone ecco Jojo in veste di Eracle/Ercole: accanto l’immagine del dio sullo stamnos greco nel quale si festeggia il suo arrivo sull’Olimpo tra gli dei immortali; alcune delle statuine romane in bronzo di Ercole ritrovate presso Trieste; e una scultura in pietra con Ercole in una grotta trovata presso le cave di Aurisina ed esposta nell’Orto Lapidario.


La Coppiera degli Dei

Ebe

Infine Ebe, la figlia legittima di Zeus/Giove e di Era/Giunone. Fu la personificazione dell’eterna giovinezza e sull’Olimpo incaricata di versare nelle coppe degli dei il nettare e l’ambrosia (sostanze che davano l’eternità) e danzare con le Muse al suono della lira di Apollo.
Quando Eracle fu accolto nell’Olimpo ne divenne la sposa.

Jeje danza porgendo il nettare degli dei, come fosse Ebe: l’accompagnano l’immagine di Ebe dipinta sullo stamnos greco; e un vaso, o hydria (vaso per l’acqua), dipinta a figure rosse del IV secolo a.C. dalla antica Puglia esposta in museo.

Che bello chiudere la nostra visita a passo di danza con l’eterna giovinezza!
Tutto sommato una bella famiglia, che noi diremmo oggi una famiglia allargata.

Salutiamo Jojo e Jeje, per ritrovarli alla prossima avventura.


Un’ultima cosa!

Prima di lasciarci però dobbiamo risolvere il pasticcio che ha fatto quel birichino di Jojo che non ha rimesso a posto gli attributi degli dei (cioè tutti gli oggetti che permettono di riconoscerli: copricapi, scettri e bastoni, armi ecc.).
Dobbiamo fare in modo che gli dei immortali non facciano ancor più confusione, accapigliandosi fra loro per riprenderseli. Lo stesso è accaduto con i loro animali, un vero zoo divino da riconsegnare ai giusti padroni!
Non vogliamo mica che se la prendano con i nostri poveri aMici!


Attributi Divini

  1. la clava in legno di ulivo di Eracle/Ercole.
  2. la lira suonata da Apollo.
  3. la torcia di Artemide/Diana, che squarcia le tenebre.
  4.  lo scettro di Era/Giunone.
  5. la borsa di Hermes/Mercurio.
  6. i grappoli di uva di Dioniso/Bacco.
  7. la mela della più bella vinta da Afrodite/Venere.

Copricapi e Bastoni Divini​

  1. il diadema della regina Era/Giunone.
  2. la corona di alloro portata da Apollo.
  3. il copricapo alato di Hermes/Mercurio, il petaso.
  4. il tirso, il bastone portato da Dioniso/Bacco formato da una pigna e rami di vite.
  5. il bastone di Asclepio/Esculapio, con il serpente simbolo della medicina.
  6. lo scettro di Hermes/Mercurio simbolo dell’equilibrio di tutte le cose.

Vasellame Divino​

  1. la patera per le offerte di Igea/Salus.
  2. la coppa del vino di Dioniso/Bacco e dell’ambrosia di Ebe.
  3. la situla con il latte a cui tende il serpente dalla spalla di Igea/Salus.
  4. l’elegante vaso dell’acqua del bagno di Afrodite/Venere.
  5. la brocca di Ebe, la coppiera degli dei.

Armeria Divina​

  1. l’arco e le frecce dei due gemelli Apollo e Artemide/Diana.
  2. l’elmo di Atena/Minerva.
  3. l’arco e le frecce dei due gemelli Apollo e Artemide/Diana.
  4. lo scudo di Atena /Minerva.
  5. la lancia di Zeus/Giove.
  6. il tridente simbolo di Poseidone/Nettuno.
  7. la lancia di Atena/Minerva.
  8. lo scudo con i fulmini di Zeus/Giove.

Voliera Divina​

  1. la colomba bianca di Afrodite/Venere.
  2.  l’aquila di Zeus/Giove.
  3. il corvo dalle piume trasformate da Apollo da bianche in nere.
  4. il pavone di Era/Giunone.
  5. la civetta sacra a Atena/Minerva.
  6. il cigno di Afrodite/Venere ma anche di Apollo.
  7.  la tartaruga del mito di Hermes/Mercurio.
  8. il serpente della medicina, animale legato a Apollo, Asclepio/Esculapio, Igea/Salus.
  9. il gallo legato anch’esso a Hermes/Mercurio.

Zoo Divino

  1. la pantera di Dioniso/Bacco.
  2. la pelle di leone inviolabile indossata da Eracle/Ercole
  3. il cerbiatto che accompagna Artemide/Diana.
  4. l’ariete sacro a Hermes/Mercurio.
  5. il cane segugio che caccia con Artemide/Diana.
  6. il delfino guizzante sacro a tanti dei, Poseidone/Nettuno, Afrodite/Venere, Apollo e Dioniso/Bacco.
  7. il topo, il roditore del quale è Signore Apollo.

Un topo!
Acchiappa, acchiappa!

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