Terza fase edilizia: epoca claudio-neroniana

In un periodo che dal secondo quarto del I secolo d.C. (epoca tiberiano-claudia) si protrae fino all’inizio del terzo quarto (epoca neroniana) si attua una terza fase edilizia, caratterizzata da una certa lentezza, oppure da due fasi successive, ma corrispondenti a un progetto unitario.

È il momento di massima estensione della villa che vede una trasformazione architettonica imponente, la monumentalizzazione della facciata sul mare con l’erezione dell’esedra Z’ (con questi lavori viene obliterato il vano a’) e, nel settore settentrionale, la costruzione del complesso della cosiddetta Palestra e del Ninfeo.

Con questo intervento la zona a mare diviene più articolata, formando un percorso sinuoso, arricchito da piccole aree con giardino e da vedute panoramiche.

A questa fase appartiene il piccolo ambiente termale (O’, P’, f, g, M’). Inoltre si assiste al restauro dell’area del peristilio con il rifacimento del pavimento di C’, delle soglie musive e della decorazione parietale ad affresco.

Il nucleo settentrionale, detto della Palestra e del Ninfeo, era composto, a monte, da una zona residenziale disposta a semicerchio intorno ad un emiciclo (la Palestra). Sul lato mare, diviso da un corridoio-vicolo, c’era l’edificio termale impreziosito dal Ninfeo: piacevole ritrovo di gente altolocata.

Anche se qui le strutture vennero ritrovate in pessime condizioni, erano comunque le più perfette e solide, superando le altre nella ricchezza e nella magnificenza delle decorazioni: pavimenti in marmo a quadretti di diverse e preziose qualità, pareti intonacate e dipinte, ma anche, nel ninfeo, mosaici parietali di paste vitree. Si tratta, in questo caso, di un intervento che si deve inquadrare alla metà del I secolo d.C., in considerazione del largo impiego di marmi pregiati che denotano una committenza di alto rango e un ormai ben consolidato commercio di materiali di lusso.

È stato proposto di riconoscere quale possessore della villa in questo periodo il prefetto della flotta Publio Palpellio Clodio Quirinale, noto a Tergeste per il finanziamento di un edificio pubblico nell’area del foro e per il possesso di una fabbrica di laterizi contraddistinti nel marchio dal suo nome (molti dei quali furono ritrovati durante gli scavi della villa). Dopo il suo suicidio (56 d.C.) la proprietà potrebbe essere passata a Calvia Crispinilla, matrona protetta dall’imperatore Nerone, la quale ebbe molte proprietà anche nella vicina Istria. In seguito la villa deve essere stata inglobata nel patrimonio imperiale.

Pavimento del triclinio C

18. e 19. (soglia)

Pavimento del triclinio C’ a mosaico bianco e nero con disegno a stelle di rombi e quadrati e da rombi di marmo brecciato africano giallo a venature nere; ricca cornice con due fasce decorate a onde correnti e a ovuli.

Soglia decorata in nero su fondo bianco con due tralci d’edera.

Inv. 3265, 13 pannelli; Inv. 3269, un pannello

Pavimento del grande triclinio A

28.

Pavimento del grande triclinio A” mosaico con disegni a esagoni bianchi sui cui lati si appoggiano rettangoli neri, che a loro volta formano triangoli bianchi; cornice con tralcio d’edera continuo che nasce da vasi.

Inv. 3273, 21 pannelli

30.

Frammenti in mosaico vitreo dalle pareti delle nicchie del ninfeo t: fiori o fogliami ad arabeschi di colori vivaci su fondo turchino in bordure formate da conchiglie di vario genere

Dal nucleo settentrionale della villa, detto della palestra.

Inv. 31331, un pannello

31.

Pavimento dell’ampio Ninfeo t a quadrati e rettangoli, disposti a formare un disegno geometrico, in marmo (brecce di Spagna e di Numidia).

Dal nucleo settentrionale della villa, detto della palestra

Inv. 31332, un pannello

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