Questo cane a pelo lungo in terracotta, dall’espressione attenta e orecchie ritte, fu posto a fare la guardia al tubo dell’acqua che limpida passava tra le sue zampe, per sgorgare in una fontana.
L’esemplare triestino proviene da Aquileia ed è stato esposto alla mostra “Cani in posa. Tra Classicismo, Barocco e Novecento”, tenutasi nella reggia di Venaria Reale, Torino, tra 2018 e 2019: una grande mostra sul tema del cane nell’arte, che esponeva sculture e dipinti eseguiti da alcuni fra i massimi artisti di tutti i tempi, dall’antichità ad oggi.
Il cane gocciolatoio trova confronti in una serie di analoghi esemplari: una coppia proviene dagli scavi sul Palatino a Roma, un’altra da Montepulciano, sempre comunque da aree sacre, legate al culto dell’acqua. Anche a Pompei questi gocciolatoi venivano utilizzati come elementi decorativi delle belle fontane che non potevano mancare negli atri o nei giardini delle ricche domus romane.