1. Atrio

Ricche sono le raccolte di reperti romani. Questi provengono in gran numero da Aquileia, soprattutto in seguito all’acquisto nel 1870 da parte del Comune della cospicua collezione di materiali archeologici di quell’antica città, riuniti dal farmacista triestino Vincenzo Zandonati (più di 34.500 reperti). Tale importante nucleo fece da base per i successivi incrementi dovuti a doni, acquisizioni da privati concittadini, da alcuni antiquari e da depositi dello Stato. Si tratta di materiali provenienti da Aquileia stessa, e dal suo territorio, da Tergeste, dall’Istria e dalle vicine zone degli stati confinanti. Non mancano però pezzi di cui è nota o presunta la provenienza dall’area mediterranea, soprattutto orientale.
Nell’atrio è esposta un’importante serie di rilievi di sarcofagi attici: prodotti in Grecia tra la fine del II e il III sec. d.C., furono importati allora a Aquileia e nel territorio tergestino.
L’alta qualità dell’esecuzione di questi pezzi denota l’elevato livello economico dei committenti locali, che ne fecero un elemento di distinzione del benessere raggiunto. I temi prediletti mostrano scene di battaglia, anche navale, con prevalenza di Amazzonomachia – visibili sul lato sinistro, entrando – ma anche episodi del mito di Achille (“la scoperta di Achille a Sciro”) e di Ippolito (“Fedra osserva Ippolito mentre si esercita nello stadio di Rezene”), i cui frammenti sono a destra.
In particolare si notano i due grandi frammenti con Amazzonomachia della fine del II sec. d.C., che vennero ritrovati riutilizzati nel pavimento della Cattedrale di San Giusto.
Quindi, per la raffinata realizzazione, ilframmento di sarcofago attico con il mito di ippolito :
A destra dell’ingresso un sostegno in marmo di tavolo, un trapezoforo, raffigurante due grifi o leoni alati con corna caprine.

Sarcofagi Attici

I così detti sarcofagi attici vennero prodotti in Grecia tra la fine del II e il III sec. d.C., e sono caratterizzati da scene continue, prive di separazioni architettoniche, i cui personaggi di grandi dimensioni sono a tutta altezza, con le teste che sormontano la cornice superiore. Le pieghe delle vesti e i particolare sono segnati dall’uso del trapano che scava netti i contorni delle figure.
Questi sarcofagi, molto richiesti, vennero esportati in varie parti dell’impero, così ad Aquileia e nel territorio tergestino. L’alta qualità dell’esecuzione di tali pezzi denota l’elevato livello economico raggiunto dai committenti locali, che ne fecero un elemento di distinzione del benessere raggiunto.
I temi prediletti mostrano scene di battaglia, anche navale, con prevalenza di Amazzonomachia – esposti sul lato sinistro, entrando – ma anche episodi dei miti di Achille e di Ippolito – i cui frammenti sono esposti a destra.

1. FRAMMENTO DI SARCOFAGO ATTICO CON GUERRIERO
Marmo
Secondo quarto III sec. d.C.
inv. 3123
Sotto la modanatura, che delimitava superiormente la cassa del sarcofago, si è conservata la testa di un personaggio maschile che indossa un elmo attico e stringe con la mano destra davanti a se una lancia.
Si tratta di un guerriero stante, appoggiato alla sua lancia, che trova confronti in analoghe figure in sarcofagi con episodi del ciclo di Achille.

2. FRAMMENTO D’ANGOLO DI SARCOFAGO ATTICO CON FIGURA FEMMINILE SEDUTA
Marmo
Inizio III sec. d.C.
inv. 2215
Su uno sgabello dai piedi di leone, sopra al quale è un ampio cuscino, siede una figura femminile vestita di chitone e mantello, che nella destra stringe una conocchia. L’acconciatura è “a melone” e il volto esprime stupore e spavento.
In secondo piano si riconoscono due figure, mentre lo zoccolo di base è decorato a rilievo da motivi vegetali, tra i quali spunta la testa di un cane.
L’iconografia, non facile da interpretare, può forse mostrare un episodio del ciclo di Achille, in cui l’eroe è nascosto a Sciro tra le figlie del re Licomede, dove verrà scoperto da Ulisse.

3. FRONTE DI SARCOFAGO ATTICO CON ACHILLE TRA LE FIGLIE DEL RE LICOMEDE Marmo Ultimo quarto II sec. d.C. inv. 14500 La parte frontale di questo sarcofago è stata quasi completamente scalpellata quando tra Sette-Ottocento è stata rilavorata sul lato posteriore, su cui è stato scolpito uno stemma nobiliare tra motivi vegetali ad uso di sigillo di sepoltura (foto di destra). Sono riconoscibili solo poche tracce delle figure panneggiate stanti e sedute e, nella parte inferiore, lo zoccolo modanato con fregio figurato. Il tema rappresentato deve essere quello di Achille tra le figlie del re Licomede; il pezzo è confrontabile con il sarcofago di Leningrado (foto di sinistra).

4. DUE FRAMMENTI DI FRONTE DI SARCOFAGO ATTICO CON AMAZZONOMACHIA
Marmo
Fine II sec. d.C.
inv. 2255 a-b
due frammenti vennero ritrovati riutilizzati nel pavimento della Cattedrale di San Giusto, dove erano stati posti con i rilievi rivolti a terra. Appartengono allo stesso pezzo di cui costituiscono la fronte, completa tranne la sezione distrutta dal taglio della sega.
Mostrano un animato combattimento tra amazzoni a cavallo e guerrieri greci nudi, con mantello e elmo, armati di spada. In basso si distinguono alcuni feriti e in secondo piano un greco che suona la tromba. Alle estremità, chiudono la scena, due figure angolari, forse due Nike.

5. FRAMMENTO DI SARCOFAGO ATTICO CON SCENA DI BATTAGLIA
Marmo
Inizi III sec. d.C.
inv. 14498

Rimane parte della modanatura superiore, decorata da palmette con al centro cani che si affrontano. Sotto si distinguono parte della testa di un cavallo, tracce del suo cavaliere e, in secondo piano a destra, un guerriero che tiene il braccio destro sollevato dietro la nuca.

6. FRAMMENTO DI SARCOFAGO ATTICO CON BATTAGLIA PRESSO LE NAVI GRECHE
Marmo
Secondo quarto III sec. d.C.
inv. 14497

Si riconosce a sinistra la prora di una nave decorata a rilievo con un toro marino dalla coda di pesce. Sotto rimangono tracce di una testa di cane che digrigna i denti in direzione di una mano umana; forse si tratta del mostro marino (ketos) che si attorciglia al braccio di una divinità.
A sinistra c’è una figura nuda, coperta dalla sola clamide, che con la destra brandisce una spada; si individuano poi tracce di un secondo guerriero che gli pone una mano sul petto, per trattenerlo o spronarlo.
Si tratta della nota scena con le navi assalite da guerrieri, forse durante la guerra di Troia.

7. FRAMMENTO DI SARCOFAGO ATTICO CON GUERRIERO
Marmo
Ultimo quarto II sec. d.C.
inv. 14496

Il frammento, appartenente forse a un lato breve del sarcofago, conserva la figura di un guerriero nudo, incedente verso destra, armato di elmo e grande scudo rotondo che sostiene con il braccio sinistro; porta appeso al fianco sinistro il fodero della spada, fissato al balteus, che gli attraversa la schiena da destra a sinistra. Egli è nell’atto di difendersi dall’attacco di un cavaliere armato di scudo e giavellotto.
Si tratta di un frammento di sarcofago con battaglia presso le navi greche, nella versione più antica: in particolare della continuazione della battaglia sulla terra ferma, in cui è protagonista Patroclo che tenta di allontanare i nemici dalle navi.

8. FRAMMENTO DI SARCOFAGO ATTICO CON IL MITO DI IPPOLITO
Marmo
Secondo quarto III sec. d.C.
inv. 3081

Una donna dal capo velato, vestita di chitone senza maniche e mantello, mentre stringe nella mano sinistra una conocchia si rivolge al giovane armato di spada davanti a lei, il quale pare ritrarsi. Tra loro, in secondo piano, è un giovane panneggiato che si appoggia ad un’asta che egli tiene con la mano destra.
Il frammento deve essere interpretato come l’episodio in cui la nutrice di Fedra rivela allo sdegnato Ippolito l’amore segreto che la sua matrigna prova per lui.

9. FRAMMENTO DI SARCOFAGO ATTICO CON SCENA DI PALESTRA
Marmo
Prima metà III sec. d.C.
inv. 2240
Frammento da un lato breve di un sarcofago, in cui il lavoro non è stato rifinito.
Il giovane nudo di schiena, che sostiene con la destra un disco, è interpretato come un palestrita, forse da una scena che ritrae un momento dell’educazione di Achille da parte di Chirone e in particolare il lancio del disco; più convincente è la proposta di riconoscervi la leggenda di Ippolito, nella scena con il giovane eroe intento nell’allenamento in palestra a Trezene, mentre viene spiato di nascosto dalla matrigna Fedra, che si è invaghita di lui.
Per l’alta qualità del lavoro è probabile che sia stato realizzato a Roma.

Altri pezzi

10. FRAMMENTO DI SARCOFAGO MICROASIATICO CON GHIRLANDE
Marmo
Seconda metà II sec. d.C.
inv. 8501

Su un’alta base modanata, un erote alato nudo sostiene due ghirlande composte di spighe, fiori e frutta, avvolte in nastri, da cui pende un grappolo d’uva. Si intravede, nella lunetta di quella che doveva essere la ghirlanda centrale, la cornice di una piccola tabula ansata.
Il pezzo, presente già nel parco di Miramare, luogo in cui forse venne ritrovato, è inquadrato nella produzione proconnesia. Nelle cave di marmo dell’isola del Proconneso (mar di Marmara, odierna Turchia) pezzi semilavorati erano realizzati per l’esportazione; poi venivano rifiniti nei luoghi di destinazione, in questo caso probabilmente Aquileia e il suo territorio.

11. FRAMMENTO DI SARCOFAGO CON SCENA AGRESTE DI RACCOLTA
Marmo
Fine II-III sec. d.C.
inv. 2201

Tre uomini sono saliti su scale a pioli, poggiate a alti alberi, nell’atto di cogliere frutti rotondeggianti che ripongono in cesti di vimini.
Gli alberi sono nodosi con rami tagliati e innestati, con le radici che affiorano dal terreno, caratteristiche degli ulivi; il sistema di raccolta a mano con l’uso di scale permette di confermare che si tratta di una scena di raccolta delle olive.
Nel pezzo, che proviene dalle acque di Grado, e stato riconosciuto un lato breve di sarcofago architettonico di fabbrica aquileiese, forse commissionato da un possidente terriero, proprietario di uliveti in Istria, fonte della sua fortuna.

12. FREGIO CON EROTI E ARMATURE
Marmo
I-II secolo d.C.
inv. 3110

Alcuni eroti sono intenti a trasportare una pesante armatura, forse per erigere un trofeo: soggetto idillico, inventato dalla raffinata arte ellenistica, ampiamente riproposto dai romani, in tutti i campi dell’arte.

13. TRAPEZOFORO
Marmo
I sec. a.C.
inv. 3095

Due leoni-grifi contrapposti decorano un sostegno di tavolo del tipo ben noto a Pompei, dove era generalmente collocato nell’atrio delle case, davanti all’impluvium, in corrispondenza del tablinum.

14. ISCRIZIONE SEPOLCRALE RELATIVA A LIBERTI E SCHIAVI DELLA FAMIGLIA IMPERIALE
Marmo
Primo quarto del I sec. d.C.
inv. 13868; dono F. Zamboni 1910

Grande lastra in marmo con larga cornice modanata rinvenuta a Roma, nella parte iniziale della via Appia (CIL, VI 21415).

Ex domo
Caesarum et
Liviae
libertorum et servorum.

(Questo è il sepolcro) dei liberti (= schiavi liberati) e degli schiavi dei Cesari e dell’imperatrice Livia.

Si tratta della lastra posta all’ingresso del sepolcreto destinato ai liberti e agli schiavi che facevano parte della casa imperiale. In particolare si trattava del personale al servizio di Livia, moglie dell’imperatore Augusto (27 a.C. – 14 d.C.) e di non ben precisati principi in cui si potrebbero riconoscere i due nipoti, Lucio e Gaio Cesari, oppure il figlio di Livia, Tiberio, il futuro imperatore, suo fratello Druso, e il figlio di questi Germanico. In particolare Lucio e Gaio Cesari, figli di Giulia, unica figlia di Augusto, e di Agrippa, il braccio destro dell’imperatore, morirono in giovane età, rispettivamente nel 2 e nel 4 d.C., vanificando in questo modo le speranze dinastiche del principe che nei due giovani aveva visto i possibili eredi del suo recente impero. Il sepolcreto era costituito da un colombario, vale a dire un edificio con loculi per deposizioni singole o doppie destinati ad accogliere le ceneri del defunto racchiuse entro olle, recipienti circolari, o urne. Il nome del defunto era di solito scolpito su una lastrina fissata presso il loculo oppure dipinto.

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