12 - 25. Il Foro
M(arcus) Vale[rius —]
Pup(inia) Qu[artus?],
eques [Rom(anus)],
testamen[to, f(ieri) i(ussit) —].
Marco Valerio Qu…, iscritto alla tribù Pupinia (= il distretto di voto dei Tergestini), di rango equestre, nel testamento stabilì che fosse fatto (il sepolcro).
[— curator a]edium s[acrarum —]
[— o]perum [publicorum? —][— fa]cien[dum —]
[— r]esti[tuit —][—]DIV[—]
[—?]
… addetto alla cura dei templi e dei luoghi pubblici… di fare … ripristinò …
È purtroppo perduto il nome dell’autore di questa dedica di cui conosciamo solo una delle cariche rivestite, la curatela degli edifici sacri e di quelli pubblici. Non è neppure del tutto da escludere che possa trattarsi di due persone distinte piuttosto che di un solo magistrato locale o funzionario centrale.
[—]piu[s – f(ilius) —]
[—]pur[—],
[prae]fect(us) [i(ure) d(icundo) —],
[— p]raef[ect(us) fabr(um) —].
… prefetto con funzioni giurisdizionali …, … prefetto del genio …
Una recente rilettura dei due frammenti ha permesso di riconoscere la titolatura di un membro dell’élite locale. Il nome è andato perduto ma è stato proposto di integrarlo come [- Ap]pius [Cal]pur[nianus].
15. Dedica da parte di Lucius Varius Papirius Papirianus al figlio
inv. 13567
Base di statua equestre in calcare rinvenuta nel 1842 durante i lavori nel campanile di San Giusto.
117-138 d.C.
I.It., X, 4, 55
[— donis donato]
ob bellum Parth(icum), [torquibus],
armillis, phaleris, co[rona —],
L(ucius) Varius Papirius Papirianus [pat]er,
IIvir i(ure) d(icundo), IIvir i(ure) d(icundo) quinq(uennalis) Tergest(e),
praef(ectus) fabrum Romae et Terg(este).
A …, ricevute le ricompense al valor militare a causa della guerra contro i Parti, torques (= collane), armille (= bracciali), falere (= piastre decorate) e corona …, il padre Lucio Vario Papirio Papiriano, duoviro giurisdicente, duoviro quinquennale a Tergeste, prefetto del genio a Roma e a Tergeste (pose).
Il nome del figlio di Lucio Vario Papirio Papiriano è purtroppo perduto. I dona militaria ricevuti, vale a dire le ricompense al valore militare dimostrato nella guerra contro i Parti, una popolazione stanziata nell’area dell’antica Persia che per secoli ostacolò l’espansionismo romano in Oriente, indicano che l’onorato apparteneva al ceto equestre, stato ereditato dal padre (vedi l’iscrizione n. 16).
L(ucio) Vario
Papirio
Papiriano,
IIvir(o) i(ure) d(icundo), IIv(iro) i(ure) d(icundo) q(uin)q(uennali),
praef(ecto) fabr(um) Romae
et Tergeste,
flam(ini) Hadr(ianali), pont(ifici), augur(i),
collegium fabrum
patrono merent(i).
A Lucio Vario Papirio, duoviro giurisdicente (= uno dei due magistrati annuali della colonia), duoviro giurisdicente quinquennale (= un magistrato facente, ogni cinque anni, le veci di un censore), prefetto del genio a Roma e a Tergeste, flamine (= sacerdote) di Adriano, pontefice, augure (= sacerdote che interpretava il volo degli uccelli e altri fenomeni), il collegio dei membri del genio di Tergeste (dedicò) al patrono che ha ben meritato.
La carriera di Lucio Vario Papirio Papiriano è quella di un notabile locale che mediante la prefettura del genio (problematica l’indicazione che questo incarico fu rivestito sia a Roma che a Tergeste) giunse ad ottenere il rango equestre. È piuttosto raro anche il cumulo di cariche religiose municipali rivestite dal cavaliere, a cui il collegio dei membri del genio tergestino dedicò il monumento.
[- C]ominius [—]
[C?]osta aed[ilis —]
[—]num [—].
L’edile (= magistrato annuale incaricato della cura degli edifici pubblici, della polizia urbana ecc.) … Cominio Costa …
La testa di statua di grandezza superiore al naturale in origine ritraeva probabilmente l’imperatore Nerone (54-68 d.C.) capite velato (con il capo coperto).
Forse in seguito alla damnatio memoriae (vale a dire la sistematica eliminazione dopo la morte dell’imperatore malvagio di qualunque effigie o iscrizione che lo ricordasse) la testa fu rilavorata per diventare il ritratto del vincitore della guerra civile scatenatasi dopo la morte di Nerone, e cioè il futuro imperatore Vespasiano (69-79 d.C.), il capostipite della dinastia Flavia.
19. Dedica a Iulia Augusta
inv. 13791
Porzione superiore di base in marmo rinvenuta nel 1842 nel campanile di San Giusto in occasione degli scavi di P. Kandler.
14-29 d.C. oppure 79-90 d.C.
I.It., X, 4, 23
Iuliae
Aug(ustae)
A Giulia Augusta …
La dedica non consente di stabilire se si tratta di Livia, la moglie dell’imperatore Augusto che, dopo la morte di questi nel 14 d.C., fu chiamata Iulia Augusta, oppure della figlia dell’imperatore Tito (79-81 d.C.).
21. Dedica del o per l’imperatore Adriano o per l’imperatore Antonino Pio
inv. 13623
Porzione di lastra in marmo rinvenuta nel 1933 negli scavi del sagrato della Cattedrale di San Giusto.
117-161 d.C.
I.It., X, 4, 25
[—] Hadr[ian—]
… Adriano …
L’esiguità del frammento non consente di stabilire se la titolatura si riferisce all’imperatore Adriano (117-138 d.C.) o al figlio adottivo, suo successore, Antonino Pio (138-161 d.C.).
22. Dedica dell’imperatore Marco Aurelio (?)
inv. 31538
Frammento centrale di lastra in marmo reimpiegata nel retro come cornice modanata. Non sono noti il luogo e l’epoca del rinvenimento prima della sua collocazione alla fine dell’Ottocento, lasciando a vista la cornice, nel muro di recinzione dell’Orto Lapidario.
161-180 d.C. (?)
[— Aureli]us Antonin[us —]
… Aurelio Antonino (= Marco Aurelio) …
Il frammento conservato apparteneva a un monumento di grandi dimensioni che, stando solo al nome dell’imperatore e alla sua titolatura scolpiti su un’unica riga, doveva avere una larghezza di circa cinque metri. Dato che il principe è il soggetto del testo possiamo immaginare che l’iscrizione commemorasse un importante intervento edilizio a spese della cassa imperiale.
Il frammento apparteneva a una statua maschile di notevoli dimensioni vestita di toga che doveva ritrarre un personaggio di particolare rilievo pubblico stando alle dimensioni e al pregiato materiale utilizzato.
La statua, mancante della testa e del braccio destro, di grandezza di poco inferiore al normale, raffigura, stando all’ampia toga lunga fino alle caviglie, al calceus patricius ai piedi, unitamente alla sicura provenienza dall’area forense, doveva rappresentare un giovane principe o un personaggio di spicco della città.
Il manto, passante sulla spalla sinistra, è trattenuto dal braccio sinistro e ricade in larghe pieghe. Il retro non è lavorato, perché il monumento era addossato a un muro o collocato entro una nicchia.
Quanto resta di questa statua di grandezza superiore al naturale rappresenta una nobile donna vestita di una lunga tunica a fitte pieghe e di un manto dal pesante drappeggio.
26 - 37. La Basilica civile
Lungo la parete di fondo della sala B sono raccolti i materiali provenienti dalla Basilica civile, il grande edificio colonnato i cui resti si estendono ai piedi del Castello sulla piazza della Cattedrale e che fu sede del Tribunale e forse della Curia (luogo degli amministratori cittadini).
Per la Basilica è stata proposta una interessante ricostruzione su due piani (ma ne esiste anche una a un solo piano). Ebbe una primitiva fase costruttiva nella prima metà del I secolo d.C., venne poi ingrandita e monumentalizzata intorno al 180 d.C. Di quest’ultima fase rimangono frammenti di ben sei basi (n. 33-37) di statue onorarie a Quinto Baieno Blassiano: cavaliere tergestino che raggiunse la carica di Prefetto dell’Egitto e che evidentemente finanziò tali lavori.
I due monumentali volti di Giove-Ammone e Medusa (n. 30 e 32) erano posti in alto, sopra le colonne del pianoterra. Tra loro è un frammento della balaustra decorata con putti che reggevano festoni (n. 31). Questa balaustra secondo alcuni studiosi si trovava all’interno della basilica, secondo altri invece si adatta meglio alla decorazione del foro (come si vede ad Aquileia, a Pola e a Zara).
L’area archeologica della basilica civile oggi e ricostruzione ipotetica di come si presentava in epoca romana
Ipotesi di ricostruzione dell’esterno e dell’interno della basilica civile
26-28. Frammenti con fregio a girali
inv. 13938, 13980, 13971
Frammenti di rilievo in calcare rinvenuti probabilmente nella proprietà Pillepich nell’area della basilica.
Prima metà del I sec. d.C.
I frammenti di elemento architettonico con decorazione a girali vegetali e bordo a kymation decoravano probabilmente la trabeazione della basilica.
29. Rilievo con testa di Medusa
inv. 14374
Frammento di rilievo in calcare rinvenuto nel 1842 nel campanile della Cattedrale di San Giusto.
Prima metà del I sec. d.C.
Il rilievo raffigura una testa di Medusa, l’unica mortale delle tre sorelle Gorgoni – mostri con volto di donna, chiome di serpente, ali d’oro e mani di bronzo – che Perseo, figlio di Danae, principessa argiva, e di Zeus, con l’aiuto della dea Atena riuscì a uccidere prima che il mostro con il suo sguardo lo rendesse di pietra.
Il frammento appartiene a uno dei plinti figurati (con Medusa o Giove) che, intervallato da balaustre con putti e ghirlande, decorava probabilmente il primo piano della basilica civile (o forse del Foro).
VOCE DAL PASSATO N. 5
Ascoltiamo il racconto di due “testoni”
Del rilievo della balaustra, collocata tra un plinto con Medusa e uno con Giove Ammone, sopravvive solo parte delle gambe e dei piedi di uno dei due putti che reggevano una ghirlanda di fiori e frutti.
31. Rilievo con testa di Giove Ammone
inv. 14373
Frammento di rilievo in calcare rinvenuto nel 1842 nel campanile della Cattedrale di San Giusto.
Prima metà del I sec. d.C.
Il rilievo raffigura una testa di Giove Ammone, vale a dire Giove, padre degli uomini e degli dei, identificato con Ammone, dio di Tebe d’Egitto, a cui era sacro l’ariete, animale dal quale ha origine l’attributo più frequente del dio greco-romano, le corna ricurve. Il frammento appartiene a uno dei plinti figurati (con Medusa o Giove) che, intervallato da balaustre con putti e ghirlande, decorava probabilmente il primo piano della basilica civile o forse del Foro.
32. Dedica onoraria al cavaliere Quintus Baienus Blassianus
inv. 13794
Base di statua pedestre in calcare rinvenuta negli anni 1930-1934 durante gli scavi che hanno interessato la basilica.
Terzo quarto del II sec. d.C.
I.It., X, 4, 39
Q(uinto) Bai[eno P(ubli) fil(io)]
[Pup(inia tribu) Blassiano]
A Quinto Baieno Blassiano, figlio di Publio, iscritto alla tribù Pupinia (= il distretto di voto dei Tergestini) …
La carriera, espressa in tre iscrizioni (vedi i nn. 33, 35, 37) secondo un ordine ascendente (prima gli incarichi meno prestigiosi poi progressivamente quelli più significativi) e in una (vedi l’iscrizione n. 36) in ordine discendente, ci permette di identificare un personaggio di un certo spicco nella vita pubblica della colonia di Tergeste all’epoca dell’imperatore Marco Aurelio (161-180 d.C.), dal momento che almeno sei monumenti in suo onore erano contemporaneamente visibili nella basilica. Tale concentrazione di statue onorarie è espressione di un pubblico ringraziamento da parte della comunità, sicuramente in seguito a elargizioni o opere significative compiute da Quinto Baieno, forse il rifacimento o l’abbellimento di un edificio civico (alcuni hanno pensato alla basilica).
Partendo dai comandi di unità ausiliarie (che utilizzavano soldati indigeni di diverse parti del mondo romano, scelti sulla base di specifiche abilità) il cavaliere tergestino ottenne i governatorati provinciali propri dei membri del ceto equestre. Per quanto ne sappiamo l’apice della sua carriera fu la prefettura d’Egitto situabile, grazie a una iscrizione onoraria a lui dedicata rinvenuta a Ostia, il porto di Roma, tra il 167 e il 168 d.C.
33. Dedica onoraria al cavaliere Quintus Baienus Blassianus
inv. 13575
Base di statua pedestre in calcare rinvenuta nel 1829 nella proprietà Pillepich, un tempo di proprietà dei de Burlo, che si estendeva tra il Castello e la Cattedrale, nell’area della basilica forense.
Terzo quarto del II sec. d.C.
I.It., X, 4, 38
Q(uinto) Baieno
P(ubli) fil(io) Pup(inia)
Blassian[o],
[p]raef(ecto) coh(ortis) II Astu[rum],
[tri]b(uno) [leg(ionis) VII [Cl(audiae) P(iae) F(idelis)],
A Quinto Baieno Blassiano, figlio di Publio, iscritto alla tribù Pupinia (= distretto di voto dei Tergestini), prefetto della coorte II degli Asturi (= unità ausiliaria di soldati spagnoli), tribuno (= ufficiale) della legione VII Claudia Pia Fedele …
VOCE DAL PASSATO N. 6
Ascoltiamo Baieno Blassiano
34. Dedica onoraria al cavaliere Quintus Baienus Blassianus
reimpiegata dai Tergestini per una dedica all’imperatore Costantino
inv. 13581
Base di statua pedestre in calcare murata nel XVII secolo presso la porta del campanile di S.Giusto. La base fu reimpiegata in antico per l’incisione di una seconda iscrizione.
Terzo quarto del II sec. d.C. (prima dedica); 313-314 d.C. (seconda dedica)
I.It., X, 4, 27; Suppl.It., 10, 1992, n. 7
Q(uinto) B[ai]eno [P(ubli)] fil(io)
[[Pup(inia tribu) Blassiano]]
[[—]]
[[—]]
[[—]]
[[—]]c(—)
A Quinto Baieno Blassiano, figlio di Publio, iscritto alla tribù Pupinia (= distretto di voto dei Tergestini)…
Imp(eratori) Caes(ari)
Fl(avio) Constantino
Maximo P(io) F(elici) Aug(usto),
r(es) p(ublica)Terg(estinorum)
d(evota) n(umini) p(otestatique ?) e(ius).
All’Imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo Pio Fortunato Augusto (dedica) la comunità dei Tergestini, devota alla sua maestà e potenza.
La dedica posta dalla res publica di Tergeste in onore dell’imperatore Costantino (306-337 d.C.) è prova della fedeltà della colonia nei confronti del potere imperiale. Tuttavia un’attenta osservazione delle tracce di lettere visibili nella parte superiore dello specchio epigrafico (la superficie iscritta) ha permesso di riconoscere nella dedica imperiale la sesta iscrizione onoraria del cavaliere tergestino Quinto Baieno Blassiano. Una rilavorazione piuttosto grossolana ha cancellato il primo testo e ha consentito alla comunità civica di Tergeste di dimenticare il benefattore di due secoli prima per rendere omaggio al principe.
[Q(uinto) Baieno P(ubli) f(ilio) Pu]p(inia)
[Blassiano],
[praef(ecto) coh(ortis) II Astur(um)], trib(uno)
[leg(ionis) VII C(laudiae) P(iae) F(idelis), prae]f(ecto) [—]
A Quinto Baieno Blassiano, figlio di Publio, iscritto alla tribù Pupinia (= distretto di voto dei Tergestini), prefetto della coorte II degli Asturi (= unità ausiliaria di soldati spagnoli), tribuno (= ufficiale) della legione VII Claudia Pia Fedele, prefetto …
36. Dedica onoraria al cavaliere Quintus Baienus Blassianus
inv. 13877
Due frammenti costituenti la parte centrale del dado di una base di statua pedestre in calcare. I frammenti furono rinvenuti negli scavi del 1928-1929 nell’area in cui fu messa in luce la basilica civile.
Terzo quarto del II sec. d.C.
I.It., X, 4, 37, Suppl.It., 10, 1992, n. 6
[Q(uinto) Baieno P(ubli) f(ilio)]
[Pup(inia) Blassiano]
[praef(ecto) cla]ss[is praetor(iae)]
[Ravennat(is), p]ro[c(uratori) provin]-
[ciae Raet(iae)], pro[c(uratori) Mauret(aniae)]
[Tingitan(ae), pr]oc(uratori) [ad census]
[C]appadoc(iae) Po[nt(i) mediterr(anei)]
Armeniae M[inoris, praef(ecto)]
[a]lae II Gall[orum —]
[tr]ib(uno) leg(ionis) VII [— praef(ecto)]
[co]h(ortis) II Ast[urum —]
A Quinto Baieno Blassiano, figlio di Publio, iscritto alla tribù Pupinia (distretto di voto dei Tergestini), prefetto della flotta pretoria di Ravenna, procuratore (= governatore) della provincia Rezia, procuratore (= governatore) della Mauretania Tingitana, procuratore per il censimento della Cappadocia, del Ponto Mediterraneo e dell’Armenia minore, prefetto dell’ala II dei Galli (= unità ausiliaria di soldati galli), … tribuno (= ufficiale) della legione VII … prefetto della coorte II degli Asturi (= unità ausiliaria di soldati spagnoli) …
[Q(uinto) Baieno P(ubli) f(ilio)]
Pup(inia) [Blassiano],
prae[f(ecto) coh(ortis) II Astur(um)],
t[r]ib(uno) [leg(ionis VII C(laudiae) P(iae) F(idelis) —]
A Quinto Baieno Blassiano iscritto alla tribù Pupinia (= distretto di voto dei Tergestini), prefetto della coorte II degli Asturi (= unità ausiliaria di soldati spagnoli), tribuno (= ufficiale) della legione VII Claudia Pia Fedele …
I due frammenti sono stati sempre associati a un’epigrafe onoraria del cavaliere (vedi iscrizione n. 32). In fase di allestimento si è però notato che essi appartengono a un altro monumento di Quinto Baieno Blassiano.