Materiali di provenienza Tergestina

Pianta Orto Lapidario

 

Tetto a cono e pigna liscia di coronamento

[ inv. 12620 ]

Parte superiore di tetto a cono in calcare decorato da foglie lanceolate di provenienza sconosciuta.

ConoCono

[ inv. 12622 ]

Pigna liscia di coronamento in calcare di provenienza sconosciuta.
I sec. d.C.

PignaPigna

MausoleoSoffitto, architrave e coronamento di mausoleo circolare

[ inv. 12600 ]
Due frammenti di soffitto circolare con margine esterno modanato e faccia decorata da doppia corona di foglie d’acanto e foglie lanceolate con rosetta; un concio di architrave circolare; frammento del coronamento, probabilmente conico, a foglie lanceolate. Provenienza sconosciuta.
Inizi del I sec. d.C.
Il confronto con esempi simili (vedi il disegno del mausoleo di Sestino) consente di attribuire i frammenti a un monumento composto da cella circolare e tetto a cono.

 Tholos Tholos

Soffitto e architrave di mausoleo quadrato

[ inv. 12601 ]

Due frammenti di soffitto in calcare con faccia decorata da corona di foglie d’acanto e foglie lanceolate; tre frammenti di architrave. Provenienza sconosciuta.
Inizi del I sec. d.C.

Il confronto con esempi simili (vedi il disegno del mausoleo di Altino) consente di attribuire i frammenti a un monumento composto da cella quadrangolare e tetto a piramide.

 Quadro 2  Quadro

 

 

Basamento di monumento funerario circolare

I blocchi in calcare, costituenti il basamento (crepidine) di un monumento funerario a pianta circolare (dal diametro di circa 6 m), furono recuperati nel 1842 nel Campanile di San Giusto. Sono ancora visibili i fori per il fissaggio di alcune delle dodici colonne che sostenevano la copertura. Tali colonne erano probabilmente simili per tipologia e dimensioni a quella collocata nello spazio interno del basamento.

basamentomonumento funerario circolare

 

MONUMENTI ONORARI TERGESTINI

Sono ormai perduti i dadi con dedica onoraria relativi a queste due cimase (coronamenti), su cui erano fissate, rispettivamente, una statua pedestre (in piedi o seduta) e una equestre. Nella parte superiore della cimasa di dimensioni maggiori sono visibili i tre fori che consentivano di saldare le zampe del cavallo, sopra il quale era ritratto il personaggio onorato. Le statue, evidentemente realizzate in metallo (bronzo dorato) sono perdute, con ogni probabilità fuse per recuperarne il materiale.

I monumenti onorari erano dedicati più spesso all’imperatore, ai membri della famiglia imperiale, ma anche ai cittadini distintisi per particolari meriti nei confronti della città. Erano collocati di solito in aree pubbliche di grande passaggio, come il Foro, la piazza per eccellenza dei Romani circondata dagli edifici pubblici e il tempio principale.

Sull’iscrizione si leggeva in caratteri di maggior dimensione (che evidenziavano le parole più importanti da leggere) il nome completo del personaggio a cui la statua era dedicata, seguito da una indicazione puntuale delle tappe principali della carriera militare o civile (cursus honorum); alla fine trovavano posto le ragioni che avevano portato a dedicare tale onore e l’indicazione dei dedicanti (coloro che hanno voluto e pagato statua e iscrizione).

CimaseCimase di base per statua onoraria

Le basi per statua onoraria sono costituite da un basamento, un dado e un coronamento (o cimasa).

La faccia anteriore del dado reca l’iscrizione relativa al personaggio onorato, mentre sulla cimasa è fissata la sua statua bronzea pedestre (in piedi o seduta) o equestre, come si ricava anche dai fori di fissaggio presenti sulla faccia superiore.

 Cimase cimase


SARCOFAGI

Alla pratica dell’inumazione sono ascrivibili il grande sarcofago con coperchio a tetto proveniente dall’area sepolcrale dei Santi Martiri (esposto nel I ripiano) e i due sarcofagi e il coperchio con acroteri recanti l’abbreviazione D(is) M(anibus), “agli Dei Mani” (esposti nel III ripiano). Si osservi la decorazione dei lati di una delle casse, che mostra il motivo di due cornucopie contrapposte, il motivo del corno dell’abbondanza, augurio di ricchezza nell’aldilà.

Sarcofago con coperchio a tetto

[ inv. 12624 ]
Sarcofago in calcare con coperchio a tetto a due spioventi e acroteri angolari rinvenuto nel sepolcreto dei Santi Martiri.
IV-V sec. d.C.

 Sarcofago con coperchio a tetto

Sgocciolatoio per torchio

Gli sgocciolatoi costituiscono la parte sottostante dei torchi e hanno lo scopo di convogliare e raccogliere i liquidi ricavati dalla spremitura.

colatoio

Sarcofagi

[ inv. 12625; inv. 12626; inv. 13848 ]
Cassa di sarcofago in calcare, con i fianchi decorati da cornucopie, forse proveniente dall’area dei Santi Martiri. Manca uno dei fianchi, ma vi sono ancora evidenti tracce della base di uno degli amorini che reggeva l’iscrizione.

Cassa di sarcofago in calcare proveniente forse dall’area dei Santi Martiri.

Cornucopia

Coperchio di sarcofago in calcare rinvenuto in via delle Monache nei pressi della chiesa di San Martino (ora demolita). Gli acroteri sono iscritti.
III sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 225

D(is) M(anibus)

Agli Dei Mani
(= divinità protettrici delle anime dei morti)

Il coperchio potrebbe appartenere al sarcofago di Salvia Severianena (Inscr.It. X, 4, 148) rinvenuto nel 1686 nella chiesa di San Martino.

Dediche agli Dei Mani
e formula di esclusione testamentaria

I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 15, 16, 258

Ara in calcare

[ inv. 13565; inv. 13562 ]
Priva del coronamento di provenienza sconosciuta.

 DMS
D(is) M(anibus) s(acrum)Consacrato agli Dei Mani(= divinità protettrici delle anime dei morti)

Ara in calcare

[ inv. 13860 ]
Dal 1688 al 1830 collocata presso la chiesa di San Pietro in Piazza Grande (ora Piazza Unità d’Italia).

 DMS 
D(is) M(anibus) s(acrum)Consacrato agli Dei Mani

Dado in calcare

Privo di zoccolo e coronamento rinvenuto nel 1819 in via S. Michele.

 HMS 
H(oc) m(onumentum) h(eredem)Questo sepolcro (non toccherà) all’erede

Misure dell’area funeraria

[ inv. 13586 ]
Blocco in calcare rinvenuto nel 1838 nel sepolcreto dei Santi Martiri.
Il blocco costituiva probabilmente la parte superiore del muretto del recinto funerario.
I sec. d.C.Inscr.It. X, 4, 252

locus

Loc(us) m(onumenti) in fr(onte) p(edes) [—]L’area del sepolcro (misura) sul lato strada piedi …

Coronamenti a pulvino

[ inv. 14029-14030; inv. 12615; inv. 12617 ]
Due frammenti di pulvini in calcare di provenienza sconosciuta.
Frammento di coronamento con pulvino in marmo di provenienza sconosciuta.
Coronamento a pulvino in calcare di provenienza sconosciuta.
II sec. d.C.

Pulvini - 1Pulvini - 2Pulvini - 3
Pulvini - 1Pulvini - 2Pulvini - 3

Gli altari, o are funerarie, erano la sede e lo strumento di culto per i sacrifici e le offerte in onore dei defunti.
Si compongono di un basamento, di un dado centrale (spesso con iscrizione) e di un coronamento provvisto di uno spazio incavato o pianeggiante (focus) per la fiamma sacrificale necessaria alla conclusione del rito di commemorazione.
Il focus è collocato fra due pulvini (o cuscini di fronde sempreverdi) vagamente cilindrici, stretti da bende e chiusi alle estremità da un fiore.

Ganimede

Piramide di coronamento con Ganimede e l’aquila

[ inv. 14365 ]
Piramide di coronamento di ara funeraria in calcare rinvenuta probabilmente a Trieste.
I-II sec. d.C.

GanimedeLa piramide presenta tre facce decorate. I rilievi laterali raffigurano un delfino con la coda attorcigliata intorno a un tridente. Il rilievo della faccia principale presenta invece Ganimede con l’aquila.
Secondo la leggenda, Zeus, invaghitosi della bellezza di Ganimede, figlio del fondatore di Troia, Troo, e di Calliroe, lo rapì dopo aver assunto le sembianze di un’aquila. Ganimede fu dunque trasportato nell’Olimpo dove divenne il coppiere degli dei.

ARCHI TERGESTINI DEL III RIPIANO

Rispetto alla sistemazione ottocentesca, i sei archi tergestini sono ora privi di alcuni monumenti che, in diverse epoche, sono stati smurati e in parte sono esposti presso il Castello di San Giusto, nel Lapidario Tergestino (vedi).

Le iscrizioni ancora presenti restano a testimonianza dell’aspetto e delle scelte di allestimento della fine dell’800 e inizio del ’900.
Gli archi presentano un campionario piuttosto ampio dell’epigrafia di Tergeste: si vedono iscrizioni di militari anche con alta professionalità, di ufficiali, non mancano magistrati e altre cariche (come l’edilità) e, per quanto riguarda l’ambito religioso, il sevirato augustale.
Le iscrizioni presentano in modo costante l’indicazione delle misure del monumento e formule: “da vivi fecero (il sarcofago) per se stessi”.

Arco 1

Dedica onoraria (?) per un cavaliere tergestino
 inv. 13795
Frammento di lastra in calcare rinvenuta nel 1863 nella Cattedrale di San Giusto dove era reimpiegata nell’abside del SS. Sacramento.
I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 41

——
[—] Pup(inia) Pro[—]
[— leg(ionis) XXI]I Primig[eniae —]
[pr]aef. Gaesa[torum et]
[civitati]um Helveti[orum —]
[— leg(ionis)] V Maced(onicae) [—]
——
 

……
… Pro…, iscritto alla tribů Pupinia 
(= il distretto di voto dei Tergestini)
(tribuno?) 
della legione Ventiduesima Primigenia …
prefetto dei Gaesati 
(= soldati ausiliari di origine gallica dotati di un corto giavellotto, gaesum)… delle popolazioni degli Elvezi
(tribuno?) della legione Quinta Macedonica …

Epitafio del liberto imperiale Publio Elio Felice
 inv. 13801
Frammento di fronte di sarcofago un tempo reimpiegata nel pavimento della Cattedrale di San Giusto dove erano visibili anche gli altri due frammenti ora perduti.
Secondo quarto del II sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 78

P(ublius) Aelius Aug(usti) l(ibertus)
Felix v(ivus) f(ecit) sibi et
Caeserniae Saturninae
coniugi carissimae
et Aelio Firmino filio pientissimo a(nni) I. 

Publio Elio Felice, liberto (= schiavo liberato) dell’imperatore,
da vivo fece per sč e
per Cesernia Saturnina
moglie carissima
e per Elio Firmino, figlio amorevolissimo, di un anno.

Arco 2

Epitafio di Lucio Mussio, originario di Fano Fortuna
inv. 13610
Lastra in calcare rinvenuta nel 1842 presso l’altare maggiore della Cattedrale di San Giusto.
Tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 139
L(ucius) Mussius Sal(vi) f(ilius)
Pol(lia tribu) Fano Fort(unae),
nat(us) ann(os) XX, hic
situs est.
P(ublius) Mussius Sal(vi) f(ilius)
Rufus frater.
Lucio Mussio, figlio di Salvo,
iscritto alla tribù Pollia 
(= distretto di voto) di Fano Fortuna,
dell’età di 20 anni,
è qui sepolto.
Il fratello Publio Mussio Rufo, figlio di Salvo, 
(edificò il monumento funebre).
Epitafio del seviro augustale Sesto Cesio Cinnamo, liberto di Sesto
 inv. 13550
Lastra in calcare rinvenuta nel 1838 nel sepolcreto inferiore della necropoli dei Santi Martiri
Tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 71

Sex(tus) Caesius Sex(ti)
lib(ertus) Cinnamus,
IIIIII vir Augustalis,
h(ic) s(itus) e(st).
Et tibi. Et tu.

Sesto Cesio Cinnamo,
liberto 
(= schiavo liberato) di Sesto,
seviro augustale 
(= membro di un’associazione per il culto imperiale)
è qui sepolto.
Anche a te. Anche tu.

L’ultima riga riporta le risposte del defunto agli auguri del viandante: “Ti sia la terra leggera” e “Sta’ bene”.

Epitafio del seviro augustale Tito Marcio Secondo e della moglie

inv. 13594
Lastra in calcare un tempo murata nella cappella di San Carlo della Cattedrale di San Giusto.
Prima metà del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 72

T(itus) Marcius Secundus
IIIIII vir Aug(ustalis),
Marcia T(iti) l(iberta) Quarta uxor.

Tito Marcio Secondo
seviro augustale 
(= membro di un’associazione per il culto imperiale) (e)
sua moglie Marcia Quarta, liberta di Tito 
(sono qui sepolti).

Epitafio di Annale, dedicato da un amico e dalla moglie
inv. 13554
Stele in calcare reimpiegata nel muro dell’orto grande dell’Ospedale di via del Castello.
Tra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 81

D(is) M(anibus) s(acrum).
Annali
P(ublius) Aelius
Firmus
amicus et
Barbia Quinta
coniugi.

Consacrato agli Dei Mani (= divinità protettrici delle anime dei morti).
Ad Annale 
(edificarono il monumento)
Publio Elio
Firmo,
un amico, e
Barbia Quinta 
(la moglie)
al coniuge.

Epitafio del duoviro Lucio Apisio e di Apisia …

inv. 13616
Lastra in calcare rinvenuta nel sepolcreto superiore della necropoli dei Santi Martiri dove era reimpiegata come coperchio di sarcofago.
Seconda metà del I sec. a.C.
Inscr.It. X, 4, 60

L(ucius) Apisius T(iti) f(ilius) Pup(inia tribu) II vir, Apisia [—]. 

Lucio Apisio, figlio di Tito, iscritto alla tribù Pupinia (= il distretto di voto dei Tergestini), duoviro (= uno dei due magistrati principali della città) (e) Apisia … (sono qui sepolti).

Arco 3

Epitafio dell’edile Sesto Ca…
 inv. 13799
Frammento di lastra in calcare di provenienza sconosciuta.
I-II sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 66

——
Sex(tus) Ca[—]
aed(ilis) [—].

 …
Sesto Ca[—]
edile 
(= magistrato addetto all’ordine pubblico) …

Dedica (?) dell’edile … Eucarpo
 inv. 13800
Frammento di lastra in calcare proveniente dall’area della basilica forense.
I-II sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 67

 [— ex pecunia] honor(aria?)
[— Eu]carpus [—]
[—] aedil(is).

… con il denaro offerto a motivo dell’elezione
… Eucarpo
edile 
(= magistrato di un’associazione religiosa) …

Epitafio di Barbia Eucaridine da parte del figlio e del marito
 inv. 13802
Frammento di lastra in calcare rinvenuto nel XIX secolo tra il materiale da costruzione di un edificio tra piazza della Cattedrale angolo via del Castello.
Prima metà del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 96

[B]arbi[ae Eu-]
[cha]ridin[i]
[-] Barbius Eu-
charistus f(ilius)
cum Secundo pat(re). 

A Barbia
Eucaridine
il figlio … Barbio
Eucaristo,
insieme con il padre Secondo, 
(edificò il monumento funebre).

Epitafio alla moglie Terz(i)a da parte di Publio Araclovio

 

inv. 13617

Frammento di lastra in calcare un tempo murato in località Dolina (San Dorligo della Valle).

Primo quarto del I sec. d.C.

Inscr.It. X, 4, 357

P(ublius) Araclovi(us)
Tertiae uxori suae
[a]n(norum) LXV testam(e)nt(o)
[fier]i iuss[i]t. 

Publio Araclovio
a sua moglie Terz(i)a
di 65 anni per testamento
stabilì che fosse fatto 
(il monumento funebre).

Misure dell’area sepolcrale dei Gavilli
inv. 13813
Frammento di lastra in calcare rinvenuto nella chiesa dei Santi Martiri.
Tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 118

Arb(itratu) L(uci) Gavilli L(uci) l(iberti) [— et]
L(uci) Gavilli L(uci) l(iberti) A[—].
L(ocus) m(onumenti) q(uo)q(uo)v(ersus) [p(edes) —]

Per esecuzione testamentaria di Lucio Gavillio …, liberto (= schiavo liberato)
di Lucio, e di Lucio Gavillio A…, liberto di Lucio.
L’area del sepolcro 
(misura) in ogni lato … piedi (= unità di misura 28,5 cm circa) …

Epitafio del pretoriano Lucio Seugonio Agrippino

inv. 13500
Fronte di sarcofago architettonico in calcare un tempo murata nella Cattedrale di San Giusto vicino alle cappelle laterali di destra. La tabula con l’iscrizione è decorata da “volute noriche”.
III sec. d.C. (222-230 d.C.)
Inscr.It. X, 4, 46

L(uci) Seugoni Agrippini evok(ati)
Aug(usti) [n(ostri) c]oh(ortis) VIIII praet(oriae)
P(iae) V(indicis) Se[ve]rian(ae). Sextilia
Maximilla heres
itemq(ue) uxor coniug(i)
rarissimo.
Speranti.

(In memoria) di Lucio Seugonio Agrippino, evocato
del nostro 
(signore) Augusto (= militare trattenuto in servizio per i suoi meriti) della coorte pretoria Nona Pia Vindice Severiana (= corpo militare di stanza a Roma). Sestilia
Massimilla, erede
e nello stesso tempo moglie, 
(fece costruire questo sarcofago) al coniuge
unico e amato.
(Salve), o Speranzio (= il soprannome familiare del defunto).

 

Arco 4

Epitaffio di Tottia …
      inv. 13817
Frammento di lastra in calcare di provenienza sconosciuta.
Prima metà del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 155
[T]ottia [—]
hic si[ta est].
Probitat[e –]
pietate q[—]
obseque[n —].
Epitaffio dei Metri
inv. 13605
Lastra in calcare un tempo collocata nell’odierno Distretto Militare in via del Castello.
Tra la fine del I sec. a. C. e l’inizio del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 138
L(ucius) Meter Sex(ti)
f(ilius), Metra Sex(ti)
l(iberta) Caesulla.
Lucio Metro,
figlio di Sesto, Metra Caesulla,
liberta 
(= schiava liberata) di Sesto.
Epitafio di Tito Cluenzio Luc…
inv. 13808
Frammento di lastra in calcare rinvenuto nel 1847 nei possedimenti del Barone de Fin nell’odierna via D. Bramante.
I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 110
[—]t C[—]
T(itus) Cluentius
Luc[—].

Tito Cluenzio
Luc…
Epitaffio degli Allii

inv. 13601
Stele in calcare rinvenuta nel campanile della Cattedrale di San Giusto dove era stata reimpiegata come materiale di riempimento.
Tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 86

P(ublius) Allius Q(uinti) f(ilius),
P(ublius) Allius P(ubli) f(ilius)
Severus.

Publio Allio, figlio di Quinto,
Publio Allio Severo, figlio di Publio,
(sono qui sepolti).

Epitaffio dei Gallonii

inv. 13611 
Stele in calcare rinvenuta nel 1819 in via San Michele.
Tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 117

P(ublius) Gallonius P(ubli) l(ibertus)
Secundus v(ivus) f(ecit) sibi et
Fortunata coniu[gi]
et P(ublio) Gallonio Rufo f(ilio).

Publio Gallonio Secondo,
liberto
 (= schiavo liberato) di Publio,
da vivo fece per sè e per
la moglie Fortunata
e per il figlio Publio Gallonio Rufo. 

Formula di esclusione testamentaria
inv. 13612
Basamento in calcare rinvenuto nel 1819 in via San Michele.
I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 257
H(oc) m(onumentum) h(eredem) n(on) s(equetur).

Questo monumento non toccherà all’erede. 

Arco 5

Epitafio di Flavio Ven… e di Erbonia
inv. 13609
Frammento di fronte di sarcofago in calcare un tempo murata nella Cattedrale di San Giusto.
II sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 115
Flavius Ven[—]
et Erbonia
vivi sibi posueru[nt].
Flavio Ven…
e Erbonia
da vivi fecero 
(il sarcofago) per se stessi.
Misure dell’area sepolcrale

inv. 13854
Frammento di lastra in calcare di provenienza sconosciuta.
I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 244

L(ocus) m(onumenti)
in f(ronte) p(edes) XII,
in agr(o)
p(edes) XV.
 
L’area del sepolcro (misura)
sul lato strada 12 piedi 
(= circa 3,5 m),
verso la campagna
15 piedi 
(= circa 4,5 m).
Misure dell’area sepolcrale

inv. 13855
Cippo in calcare un tempo murato nell’area della basilica forense.
I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 247

L(ocus) m(onumenti)
in f(ronte) p(edes) XI
in agr(o)
p(edes) XXX.
L’area del sepolcro (misura)
sul lato strada 11 piedi 
(= circa 3,25 m),
verso la campagna
30 piedi 
(= circa 9 m).
Iscrizione con le misure dell’area sepolcrale di Lucio L… F…
inv. 13603
Blocco (?) in calcare un tempo reimpiegato nella proprietà del Barone de Fin presso il Bosco Pontini, nell’odierna via D. Bramante.
Tra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 128
L(uci) L(—) F(—). In f(ronte) p(edes) XV,
in agr(o) p(edes) XVI. 
(L’area sepolcrale di) Lucio L… F… (misura) sul lato strada 15 piedi (= circa 4,5 m),
verso la campagna 16 piedi 
(= circa 4,8 m).
Epitafio di Lucio Vibio Pollione, figlio di Lucio

inv. 13618
Stele in calcare rinvenuta nel 1786 nell’area dell’attuale Piazza Oberdan.
Secondo quarto del I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 168

L(ucius) Vibius L(uci) f(ilius)
Pup(inia) Pollio.
Floria C(ai) l(iberta) Hilara
uxor fieri iussit.
In f(ronte) p(edes) XX
in ag(ro) p(edes)
a via ad limitem.

Lucio Vibio Pollione, figlio di Lucio,
iscritto alla tribų Pupinia 
(= il distretto di voto dei Tergestini).
La moglie Floria Ilara, liberta 
(= schiava liberata) di Gaio,
ordinō che fosse costruito 
(il monumento funebre).
Sul lato strada 
(misura) 20 piedi (= circa 5,6 m),
verso la campagna piedi
dalla strada 
(Tergeste – Aquileia) fino alla via parallela.

Arco 6

Dedica sull’architrave di un sacello in onore di Minerva

inv. 13587
Frammento di architrave in calcare rinvenuto nel 1842 a Prepotto in prossimità, in epoca romana, della dogana tra la provincia della Cisalpina e l’Illirico.
Primo quarto del I sec. a.C.
Inscr.It. X, 4, 303

 

[—]ci L(uci) l(ibertus), Agato portitor soc(iorum) s(ervus)
[ianuam?] columnasque mag(nas?) fi(ctiles?)
[de s]uo Minervai d(onum) d(ederunt) l(ibentes) m(erito).
… …cio, liberto ( = schiavo liberato) di Lucio, (e) Agatone, doganiere, schiavo dei pubblicani (= appaltatori della riscossione dei dazi), la porta, (e) le grandi colonne in laterizio (?) a proprie spese diedero volentieri in dono a Minerva, avendolo (la divinità) ben meritato.
Dedica sull’architrave di un sacello di Minerva

inv. 13588
Frammento di architrave in calcare rinvenuto nel 1842 a Prepotto in prossimitą, in epoca romana, della dogana tra la provincia della Cisalpina e l’Illirico.
Primo quarto del I sec. a.C.
Inscr.It. X, 4, 304

Abennaeus Catti M(arci) s(ervus) maceriem
pinnas et austia de s[u]o fecit, Minervae d(edit).
Abenneo, schiavo di Marco Cattio, un muretto di recinzione,
i pinnacoli e gli ingressi a sue spese fece 
(e) donņ a Minerva. 
Dedica a Giove Ottimo Massimo
inv. 13862
Frammento di lastra in calcare rinvenuto nel 1869 presso la chiesa di S. Maria della Salvia detta di Moncolano, tra Contovello e Prosecco.
I sec. d.C.
Inscr.It. X, 4, 301
Iovi O(optimo) M(aximo) V[ictori?—]
——
A Giove Ottimo Massimo Vittorioso …
Segnalazione viaria
inv. 13600
Cippo in calcare rinvenuto presso le cave romane di Aurisina. La parte inferiore è al grezzo per essere infissa nel suolo.
Prima metà del I sec. a.C.
Inscr.It. X, 4, 309
Vieam
praecaream.
Strada
in cattivo stato di conservazione.
Epitafio di … Metello Optato
inv. 13583
Frammento di lastra in calcare rinvenuto nei pressi dell’abitato di Castelgiovanni – Ivanigrad, sulla strada per Lubiana (SLO).
Metà del I sec. a.C.
Inscr.It. X, 4, 314
[-] Metellus
[-] f(ilius) Optatus
[lect]us dec(urionum) s(ententia)
[an]nor(um) XII[—].
… Metello
Optato, figlio di …,
scelto 
(e inserito nel senato municipale) per decreto dei decurioni (= il consiglio municipale),
di 12 (?) anni …
Segnalazione di proprietà

inv. 13582
Cippo in calcare rinvenuto nel 1857 tra San Sergio e Lonche. La parte inferiore è al grezzo per essere infissa nel suolo.
Prima metà del I sec. a.C.
Inscr.It. X, 4, 372

Iter
privatum.

Strada
privata. 

Fregi a girali

I fregi a girali, elementi a volute vegetali, decorano la trabeazione di edifici pubblici o privati di particolare pregio (vedi la ricostruzione relativa al portico del Foro di Aquileia).

 

Le Collezioni

L’Orto Lapidario

Giardino del Capitano

Lapidario Tergestino

Histri in Istria

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