Martedì 23 agosto
Procede con successo la manifestazione Archeologia di Sera 2016, che il Civico Museo di Storia ed Arte – Orto Lapidario organizza nei martedì di agosto, con apertura serale dalle 20 alle 23, ingresso da piazza della Cattedrale 1.
Il percorso di riallestimento del Civico Museo di Storia ed Arte si è arricchito quest’anno della nuova sezione dedicata alle raccolte di antichità classiche, in un allestimento che ha consentito di realizzare al tempo stesso un importante recupero storico museografico unitamente a un’ampia valorizzazione espositiva delle collezioni, adeguata all’importanza e bellezza dei vasi di produzione cipriota, campana, lucana e soprattutto apula, accanto alla coroplastica tarantina e al favoloso rhyton (se prima erano visibili solo 180 pezzi ora più di 1.100 sono sistemati nelle luminose vetrine).
L’edizione 2016 di “Archeologia di Sera” si propone una più puntuale illustrazione tanto delle diverse produzioni, quanto dei singoli capolavori e dei loro maestri “visti da vicino” grazie alla campagna fotografica che ha permesso di valorizzarne tutti i particolari.
- Ore 20.15 nel giardino, o in caso di maltempo nella sala conferenze (ingresso fino a esaurimento posti):
Traffici antichi e moderni tra Trieste e Taranto: la collezione tarantina tra terrecotte e il rhyton d’argento, a cura di Marzia Vidulli - Ore 21 Nel giardino davanti al museo:
Note antiche e popolari nel “Giardino delle delizie”
Interventi musicali a cura di Giovanni Settimo alla chitarra - Ore 22
Visite guidate alle nuove sezioni del Museo
Traffici antichi e moderni tra Trieste e Taranto:
la collezione tarantina tra terrecotte e il rhyton d’argento
a cura di Marzia Vidulli
Il Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste ha acquisito alla fine dell’Ottocento una ricca collezione di materiali provenienti da Taranto, la colonia spartana fondata nel 708 a.C. sulle coste della Puglia. Fu il barone Giuseppe Sartorio a mettere in contatto il Museo con Vito Panzera, che si definiva “venditore di antichità”, il quale si accordò per spedire a Trieste casse piene di reperti che il direttore del Museo, Alberto Puschi, selezionava e acquistava grazie a un fondo speciale messo a disposizione del Comune. Arrivarono così centinaia di figurine in terracotta, antefisse, vasi e soprattutto il favoloso rhyton o bicchiere rituale d’argento sbalzato e dorato a forma di muso di cerbiatto.
Realizzato nel 400 a.C. in una colonia sul Mar Nero, il rhyton venne acquistato da un antico tarantino o in altro modo arrivò a Taranto dove venne offerto in un santuario. Rinvenuto in scavi ottocenteschi durante la costruzione della nuova città di Taranto venne spedito a Trieste dove è considerato il capolavoro del museo. Sul collo sono raffigurati a sbalzo quattro personaggi: al centro il dio del vento del Nord, Borea, rapisce la fanciulla Orizia, tra il padre di lei Eretteo, re di Atene e, a destra, la dea Atena.
La presenza a Taranto di oggetti di questa squisita qualità tecnica, e forse il trasferimento degli stessi orafi, sviluppò nella città pugliese una tradizione artigianale a cui vanno riferiti altri argenti che, noti da fotografie dell’epoca, purtroppo andarono dispersi.
Ricca fu poi nella città la lavorazione della coroplastica, delle figurine in terracotta raffiguranti divinità, offerenti, legate probabilmente al culto funerario nelle ampie necropoli tarantine.
Una collezione, questa tarantina del Museo Civico, che è una delle principali al di fuori della città pugliese.