Sgonico / Trieste / Koper: Gioie della terra

Gemme del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste

Gioie della Terra

Il Museo in Mostra

Museo del Centro accoglienza visitatori della Grotta Gigante – Trieste
26 febbraio – 2 luglio [ prorogata al 31 agosto 2011 ]

Castello d San Giusto, Trieste
24 settembre – 4 ottobre 2011

Museo regionale di Capodistria
5 ottobre – 4 dicembre 2012

Organizzazione: Civico Museo di Storia ed Arte

La mostra espone reperti che in larghissima parte sono stati portati per la prima volta all’attenzione del pubblico e degli studiosi, emersi dal paziente lavoro di riordino e valorizzazione delle collezioni civiche triestine: una selezione di 101 tra gemme incise antiche e moderne e sigilli che coprono, come limiti temporali, il periodo dal IV secolo a.C. al XIX secolo della nostra era.
Le gemme, costituite da minerali e da rocce, sono preziosi elementi della Terra che l’abilità dell’uomo ha trasformato in piccolissimi capolavori, gioie per le donne che le indossarono e per gli uomini che ne fecero emblemi della propria ideologia e personalità, simboli del proprio credo e superstizione.
Oggi questi manufatti sono capaci di creare nei visitatori moderni meraviglia, ammirazione e incredulità per la perfezione degli intagli in uno spazio così ridotto (da 0,8 a 1,5 centimetri) e su un materiale difficile da lavorare con gli strumenti di allora, riprodotti in mostra ad opera di due archeotecnici del Friuli Venezia Giulia.
Nell’antichità la scelta delle diverse pietre dure indicava una volontà precisa in quanto esse venivano interpretate quali simboli dei quattro elementi vitali della natura (terra, acqua, aria e fuoco), si riteneva infatti che possedessero di essi la forza e i poteri particolari; credenze passate attraverso il Medioevo e giunte fino ai nostri giorni. Su un altro livello, poi, dalla lettura delle raffigurazioni incise sulle gemme o intagliate nei cammei traspare un mondo di frivolezza ma anche di religiosità, superstizione e messaggio politico, eco della vita dell’antica Aquileia, città romana dalla quale provengono per la maggior parte le gemme. Un vero compendio di iconologia.
La mostra è stata curata da Annalisa Giovannini e Marzia Vidulli Torlo, ed è articolata in undici sezioni: sono presentate le pietre grezze: il calcedonio (con le sue varietà come la corniola, l’agata, il prasio e l’onice), il quarzo (cristallo di rocca e ametista), le rocce (il diaspro nei suoi molteplici colori) e la turchese. Si passa poi ad illustrare la tecnica della lavorazione grazie anche alla ricostruzione ad opera di archeotecnici, Lorenzo Favia e Rossano Guatelli, degli strumenti di lavoro di un signarius di epoca romana. Le gemme antiche sono quindi presentate in un excursus temporale nella glittica del mondo classico, dal IV secolo a.C. al IV d.C.
Nelle diverse vetrine le gemme sono raggruppate per temi: le gemme del credere, con gli dei, la magia, la superstizione e i segni zodiacali; il bestiario, con gli animali della terra, del mare e dell’aria; il mondo in miniatura, con scene di vita campestre.
Si passa quindi a illustrare gli usi delle gemme, ornamento personale, scritte, nomi e sigilli; per chiudere l’esposizione con le gemme nel mondo e la loro evoluzione come timbro: iscrizioni arabe e altre scritture; sigilli e timbri moderni, accanto ai volti ritratto e alle gemme d’amore che dal periodo napoleonico sono state veicolo dei sentimenti dell’Ottocento.
Catalogo della mostra in italiano e inglese, o italiano e sloveno.

Le Collezioni

L’Orto Lapidario

Giardino del Capitano

Lapidario Tergestino

Histri in Istria

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