“Iapodes – Il popolo misterioso degli altopiani dell’Europa centrale” 8.000 visitatori alla mostra che si è chiusa domenica scorsa

In soli tre mesi di apertura, la mostra “Iapodes – Il popolo misterioso degli altopiani dell’Europa centrale”, esposta dal 15 novembre 2018 nelle sale del Civico Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, co-organizzata dal Comune di Trieste e dalla Comunità Croata di Trieste, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, è stata visitata da 8.000 persone richiamate ad ammirare i ricchi reperti provenienti dal Museo Archeologico di Zagabria che hanno illustrato la cultura materiale degli Iapodes, abitanti dell’area montana della Croazia e della Bosnia nord-occidentale, tra la fine dell’età del bronzo (fine del X secolo a.C.) e la conquista romana del 35 a.C.

L’importante risultato è emerso in occasione del finissage della mostra, domenica scorsa, durante il quale è stata lanciata la proposta che questa mostra sugli Iapodes costituisca il primo evento di una trilogia che nei prossimi anni prevede la presentazione, sempre al Museo Winckelmann, dei popoli degli Istri, con reperti dal Museo di Pola, e dei Liburni, con il coinvolgimento del Museo di Zara. La trilogia darà voce alle tre principali popolazioni che vissero nell’attuale territorio della Croazia e che furono sempre in contatto commerciale e culturale con le genti che si affacciavano sull’Adriatico.

Dopo i ringraziamenti per gli eccellenti risultati ottenuti da parte del Museo Archeologico di Zagabria (Arheološki muzej u Zagrebu AMZ), rappresentato da una delle curatrici della mostra, Lidija Bakarić, il presidente della Comunità Croata di Trieste, Damir Murkovic, e la direttrice del Servizio Musei e biblioteche del Comune di Trieste, Laura Carlini Fanfogna, hanno sottolineato il successo e l’importanza dei contatti internazionali che, grazie all’archeologia, superano i confini moderni in un comune intento di obiettivi. Una serie di relazioni importanti che si svilupperanno ulteriormente con l’avvio del progetto per il Cammino intitolato “Illiria. Mito e storia” all’interno del quale nasce un nuovo Percorso Culturale Europeo, denominato “llyria Route”, che vede la partecipazione di numerose istituzioni pubbliche e private di vari paesi per sviluppare l’attuazione e la gestione di una nuova rotta culturale europea: dal Friuli-Venezia Giulia, attraversando Slovenia, Croazia, Bosnia, Erzegovina e Montenegro, per toccare tutti i siti archeologici e culturali dell’areale di stanziamento dell’antica cultura degli Illiri. L’iniziativa intende cavalcare il successo che lo slow tourism sta ottenendo in fasce sempre più vaste, soprattutto in quelle giovanili, della popolazione europea proponendo un’offerta paesaggistica, culturale, gastronomica e di divertimento unica nel suo genere in Europa. Da ultimo, ma non certo meno importante, l’iniziativa mira anche a creare nuovi legami tra le popolazioni delle zone attraversate dell’Itinerario troppo spesso divise dalle guerre nel secolo passato.
In occasione del finissage è stata proposta una visita guidata da Paolo Paronuzzi e organizzato un brindisi festoso, anche per ricordare gli otto eventi collaterali “IAPODES e noi”, che hanno arricchito l’offerta espositiva con seguitissime conferenze di approfondimento tenute da docenti italiani, sloveni e croati, esperti nei settori specifici inerenti il periodo storico e la cultura materiale del tempo. Una serie di incontri tematici ideati per mettere a confronto le aggiornate conoscenze non solo sugli Iapodes, bensì anche sui loro vicini, che vissero in Istria e nei territori della Slovenia e della Venezia Giulia, accanto a inquadramenti sul periodo delle origini neolitiche e sulle fonti storiche e epigrafiche tramandateci dagli autori antichi. Gli eventi hanno catturato l’attenzione di appassionati della materia ed esperti archeologi del mondo accademico e museale dell’area.

 

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