La grande vetrina rettangolare B è dedicata alla Necropoli dei Pizzughi presso Parenzo.
Il sito di Pizzughi è costituito da tre castellieri disposti in fila sulle alture dell’entroterra in vista del mare. Ogni insediamento era cinto da mura difensive concentriche, contenute a loro volta da un grande muro esterno che le racchiudeva in un tutt’uno. Ai loro piedi sono state esplorate necropoli a incinerazione che hanno restituito ben 750 tombe, mentre sepolture sono state scoperte anche all’interno delle mura. I corredi fanno risalire le sepolture a un lungo periodo che va dal X al II secolo a.C.
Deve essere osservato per primo, uno degli oggetti più importanti e rari in Istria indicato dal n. 7, la situla di bronzo decorata da file di puntini sbalzati a formare il motivo stilizzato, sacro e apotropaico, della Barca solare dalle estremità zoomorfe, a testa di anatre. Viene datata al X-IX secolo ed è un prodotto centro europeo, di area danubiano carpatica, che ebbe un’ampia diffusione nell’età del ferro.
Si segnala poi con il n. 12, l’elmo conico Novilara di bronzo con duplice fila di fori paralleli lungo la calotta: elmo, documentato anche in altri siti istriani, che viene datato al 720-690 a.C. in base alle sepolture dei guerrieri di Novilara (sito delle Marche), dove è maggiormente presente.
Tutti indicati con il n. 13, sono tre coltelli di bronzo: un coltellino ornato di rombi incisi del IX secolo; un coltello con manico concluso ad anello dell’VIII secolo; e un coltello a doppio manico del tipo S. Antonio decorato a motivi incisi della prima metà dell’VIII secolo a.C.
Appartengono all’VIII secolo il bracciale da arciere di bronzo inciso a motivi geometrici (n. 4); e, con il n. 5, il ciondolo semicircolare di bronzo a forma di pettine che ritroveremo nella vetrina E, con il n. 3.
Alla prima metà del VII secolo si fanno invece risalire, indicati al n. 10, i due frammenti di ventaglio con piastrine semicircolari a reticolato e volute, insieme al manico di bronzo con la ricostruzione moderna in rame del ventaglio: si tratta di oggetti che arrivavano in Istria dall’Etruria attraverso il centro costiero adriatico di Verrucchio dove erano deposti nelle tombe aristocratiche, soprattutto, ma non esclusivamente, femminili.
Venne importata anch’essa dal mondo etrusco, la bella urna posizionata in alto con il n. 1: dipinta a motivi geometrici rossi è caratterizzata da plastiche figure stilizzate di quadrupedi impostate sulla spalla e sul coperchio a calotta. Viene datata 650-630 a.C.
Accanto, con il n. 2, sono due Kothon, due vasetti con ansa orizzontale dalla forma presente contemporaneamente su ambo le sponde dell’Adriatico, tanto in Italia che presso i Liburni, dal IX secolo in poi.
Ancora d’importazione ma questa volta dalla Puglia, dalla Daunia garganica, con il n. 11, è l’askos con beccuccio cilindrico e testa d’anatra stilizzata.
Sono invece comuni nella necropoli di Pizzughi, e di probabile produzione locale della prima età del ferro, con il n. 9, due recipienti panciuti con decorazione in rilievo.
Infine con il n. 6, una collana formata da perle di ambra e di vetro.