Dal buio alla luce

Armando Halupca e i misteriosi sotterranei di Trieste

28 settembre – 26 novembre 2023

ingresso libero da martedì a domenica 10-17
Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”,
piazza della Cattedrale 1, Trieste

Armando Halupca (1930 – 2022) ebbe sempre a cuore un compito che lui visse con entusiasmo ed infaticabile energia: portare alla luce il misterioso mondo dei Sotterranei di Trieste.
Cosa si celava di vero nelle molte storie più o meno fantasiose che circolavano in città riguardo questi ambienti oscuri dimenticati da tutti?
Esisteva davvero una rete di gallerie nascoste che permetteva di spostarsi nei vari punti della città senza essere visti?
O di evadere dal carcere criminale attraverso dei tunnel segreti?
Prima della seconda guerra mondiale molto se ne era parlato e scritto sulla stampa cittadina e con lo scoppio della guerra e la frequentazione in massa dei rifugi sotterranei antiaerei, che avevano salvato migliaia di persone dai bombardamenti, le dicerie si erano amplificate passando di bocca in bocca e nessuno era stato ancora in grado di far luce su quel mistero sempre più oscuro.

Armando Halupca nella Wassergalerie (“Galleria d’acqua”)
Armando Halupca nella Wassergalerie (“Galleria d’acqua”)

LA SEZIONE DI SPELEOLOGIA URBANA

Le prime ricerche del gruppo speleologico da lui diretto – la Sezione di Speleologia urbana della Società Adriatica di Speleologia – che poteva avvalersi anche di valenti collaboratori, topografi per i rilievi, speleosub per indagare pozzi e gallerie allagate, archivisti per cercare notizie storiche attendibili, cominciarono nel 1982 e portarono alla costituzione di una Mappa generale dei Sotterranei di Trieste e la fondazione di un Catasto di Cavità Artificiali, tra i primi operanti in Italia, con centinaia di sotterranei schedati e topografati.
In particolar modo venne subito indagata la zona di Cittavecchia sotto il colle capitolino, dove autori illustri di fine Ottocento, come Ettore Generini e Antonio Tribel avevano descritto sommariamente alcuni punti interessanti di indagine.

L’intrigante spaccato dei Sotterranei dei Gesuiti secondo Antonio Tribel nel suo famoso “Passeggiata storica per Trieste”
L’intrigante spaccato dei Sotterranei dei Gesuiti secondo Antonio Tribel nel suo famoso “Passeggiata storica per Trieste”

LA CITTAVECCHIA

Si riteneva che il Castello di San Giusto fosse munito di collegamenti diretti con la zona di Piazza Grande (oggi Piazza dell’Unità d’Italia) e che la fortezza per prevenire attacchi nemici fosse stata dotata di gallerie di contromina che si estendevano a ragnatela verso le pendici del colle a nord-est. Anche la Chiesa dei Gesuiti (oggi Santuario diocesano Santa Maria Maggiore), era stata indicata da questi autori del passato come un punto di accesso privilegiato alla rete di sotterranei e in più avrebbe nascosto da occhi indiscreti, nei meandri delle sue cripte, la famosa “Camera Rossa” dell’inquisizione: un luogo oscuro di cui s’era persa ogni traccia nel corso del tempo, dove si sarebbero svolti riti di iniziazione e dove, nel secolo XVII, si sarebbero svolti degli interrogatori immergendo i malcapitati a testa in giù in un non meglio precisato “Pozzo delle Anime”. Il pozzo fu effettivamente scoperto proprio da Armando durante le esplorazioni, celato da una copertura in malta che per chissà quanti anni aveva celato quel mistero.

GLI ACQUEDOTTI STORICI

Successivamente le indagini della Sezione di Speleologia Urbana si sono dirette alla riscoperta degli acquedotti storici della città e dei numerosissimi pozzi e cisterne, disseminati a macchia di leopardo nel tessuto urbano, per far fronte alla cronica carenza d’acqua di Trieste.
L’Acquedotto romano del I secolo che parte dalla Val Rosandra nella periferia della città è stato intercettato nella sua parte terminale, che scorre per un lungo tratto in una galleria nascosta al di sotto di Piazza della Valle, poco distante dal presunto tempio massonico di Rotonda Pancera.
L’acquedotto settecentesco noto come Acquedotto Teresiano (dal nome dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria che ne decretò la costruzione) è stato intercettato nella sua parte iniziale nella zona di San Giovanni di Guardiella, alimentato da numerose gallerie di captazione (le cosiddette Wassergallerie “gallerie d’acqua”) scavate nella roccia per aumentare la portata del manufatto con le caratteristiche sezioni “a buco di serratura”.

I TORRENTI

Altro reticolo studiato nei suoi particolari è stato quello dei torrenti coperti, che scorrono in città sotto l’asfalto incrociandosi all’altezza dei portici di Chiozza e in altri punti più periferici.

SOTTERRANEI MODERNI

La passione di Armando Halupca e degli speleologi della Società Adriatica di Speleologia ha portato alla luce dopo tanti anni di oblio interessanti particolari di storia del Novecento, come ad esempio le Batterie di tiro di Miramare, la base dei mini sommergibili tedeschi di Sistiana e i covi dei nazisti Rainer e Globocnik celati nei rifugi antiaerei dell’ex villa Modiano e nella cosiddetta Kleine Berlin, i cunicoli sotterranei di una cintura di difesa dove si consumarono le ultime tragiche battute della Seconda Guerra Mondiale a Trieste.

FOTO HALUPCA

Molto attento alla divulgazione, Armando Halupca intraprese fin da giovane un’intensa attività fotografica portata avanti professionalmente per svariati anni anche con l’aiuto del figlio Enrico, illustrando con le sue fotografie speleologiche “strappate al buio delle grotte” importanti pubblicazioni che sono rimaste nella tradizione speleologica triestina: ad esempio, i libri di Franco Gherlizza “-100”, o “Spelaeus”, o alla famosa copertina del Duemila Grotte di Boegan Bertarelli della ristampa anastatica di edizioni Fachin o il famoso manifesto delle Grotte di San Canziano pubblicato da Top Portoroz con cui nel 1986 le Grotte divennero patrimonio mondiale dell’Unesco.

L’AMORE PER LA DIVULGAZIONE

Negli ultimi anni Armando Halupca ha continuato a curare un allestimento permanente dedicato alla speleologia urbana, all’interno dello “Speleovivarium Erwin Pichl”  ricavato nell’ex rifugio antiaereo di via Reni, e ha predisposto assieme a Paolo Guglia l’itinerario dei “Sotterranei dei Gesuiti,” aperto al pubblico nel santuario di via del Collegio, del quale fece da guida per svariati anni.
Armando Halupca ha collaborato a varie trasmissioni per la RAI regionale curate dal regista Rino Romano assieme a Dante Cannarella, per Telequattro curate da Marino Stabile e a importanti pubblicazioni dedicate alla città, alcune delle quali – come il celeberrimo long-seller “Trieste nascosta”, scritto assieme a Leone Veronese – sono divenute autorevoli riferimenti per tutti coloro che dopo di lui vorranno dedicare un po’ del loro tempo a riscoprire gli angoli misteriosi della città e dei Sotterranei di Trieste.

Audioguida

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Mostra "Dal buio alla luce"

La mostra realizzata in coorganizzazione dal Comune di Trieste, Assessorato alle politiche della Cultura e del Turismo, e dalla Società Adriatica di Speleologia di Trieste rientra nell’ambito del progetto “Invito alla conoscenza del territorio e del sottosuolo di Trieste”.

Cura scientifica: Enrico Halupca, in collaborazione con Paolo Guglia e Marco Restaino; traduzioni in inglese e tedesco Marta Halupca.
Audioguida plurilingue: Francesco Halupca, Iris Zocchelli.

Le Collezioni

L’Orto Lapidario

Giardino del Capitano

Lapidario Tergestino

Histri in Istria

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