Si è conclusa, martedì 30, la rassegna “Archeologia di Sera 2022” che si è svolta con straordinario successo di pubblico (che ogni sera ha affollato il giardino superando sempre il limite concesso dal piano di sicurezza di pubblico spettacolo, tanto che molti purtroppo non sono potuti entrare). Nelle cinque serate dei martedì di agosto il tema prescelto, che ha catturato la curiosità e l’interesse dei visitatori, è stato l’antico Egitto. Erano infatti due i centenari che cadevano quest’anno e che hanno indotto alla scelta egittologica: nel 1822 vennero decifrati i geroglifici, spalancando la possibilità di conoscere i testi e ascoltare “in diretta” i racconti dell’epoca faraonica; cent’anni dopo, nel 1922, ebbe poi luogo la più importante e famosa scoperta, quella della ricchissima tomba del faraone Tutankhamon.
Nelle serate l’attenzione è stata tutta dedicata alla storia e alle molte problematiche della decifrazione dei testi geroglifici e non solo. L’egittologa Susanna Moser, collaboratrice storica del museo, ha colto così l’occasione di illustrare i reperti della nostra collezione egizia, non solo nel loro aspetto artistico e religioso, ma anche traducendo segno dopo segno le formule magiche su di essi incise.
Suddivisa in quattro pillole, il conservatore Marzia Vidulli ha ripercorso le tappe della straordinaria avventura della scoperta della tomba del giovane re Tutankhamon, riccamente illustrata dalle immagini che allora l’hanno documentata e dai diari dello stesso scopritore, Howard Carter; in attesa di ospitare in museo, nelle prime due settimane di novembre, l’istallazione di realtà virtuale grazie alla quale, indossato un visore, sarà possibile a tutti sfondare le porte murate e sigillate come le ha trovate Carter e avere l’emozione di entrare nelle stanze caoticamente stipate di opere d’arte straordinarie e dalle superfici luccicanti d’oro.
Nella quarta serata, è stato ricordato poi il terzo anniversario, quello dei 150 anni dell’Aida di Verdi (vedi comunicato già pubblicato la settimana passata).
Le serate si sono concluse con gli interventi del Gruppo Strumentale triestino Lumen Harmonicum che ha individuato un’eccellente repertorio musicale che ha spaziato dal settecento di Georg Friedrich Haendel, per giungere, passando per Wolfgang Amadeus Mozart, Sebastiano Nasolini e Giuseppe Verdi, agli anni venti del Novecento, nel mondo swing di Augusto Febeo & altri autori triestini. Tutte musiche legate all’Egittomania e alla visione fantastica che di quel mondo faraonico si erano fatti gli europei, travolti dal esotismo di un Vicino Oriente, ancora quasi inesplorato e avvolto in un’aurea di mistero e sensualità.
Un agosto riuscitissimo che avrà un seguito non solo con la Scoperta virtuale della tomba di Tutankhamon, ma anche con il recupero delle registrazioni delle conferenze da trovare nel sito del museo, e soprattutto con un richiestissimo corso di geroglifici che verrà tenuto dalla dottoressa Susanna Moser qui, in museo, con date e modalità ancora da concordare.