La mitica Sirena possiede una voce limpida e penetrante, che incanta i sensi ed è capace di esercitare un fascino tale che chi la ode non può desistere alla tentazione di fermarsi ad ascoltarla, sospendendo il corso della propria esistenza, condizione che lo porterà alla morte.
Le Sirene però non nascono come creature marine, ma stanno appollaiate su scogli e rupi, ed hanno parte superiore di donna e corpo di uccello, animale dalla consistenza aerea e dal canto meraviglioso.
Nella mitologia antica le sirene uccello abitavano su un prato fiorito al limitare del mare, poste di vedetta per attrarre i malcapitati marinai.
La loro madre era la Terra e il padre Acheloo, il più importante dei fiumi della Grecia, venerato come un dio, principio di tutte le acque correnti: quando egli, eroe proteiforme (capace di assumere diverse sembianze) si scontrò in duello contro Eracle per la mano di Deianira, figlia del re di Etolia, si trasformò tanto in tritone dal grande corpo anguiforme quanto in toro dalla testa umana, al quale Eracle spezzò un corno facendo cadere a terra una goccia di sangue e da essa nacquero le Sirene.
Diverse leggende raccontano che sconfitte nella gara di canto contrapposte a Orfeo o alle Muse, si strapparono le penne e si suicidarono gettandosi in mare.
Le sirene con coda di pesce sono caratteristiche dal Medio Evo in poi; infatti dall’VIII secolo la donna pesce rappresenta l’ammaliatrice per i peccatori cristiani nel “mare delle tentazioni”.
Per i Greci e i Romani le Sirene erano donne uccello che abitavano tra gli uomini ed avevano una funzione di intermediazione in occasione dei passaggi delle diverse fasi della vita e le loro immagini facevano parte del corredo delle spose ma anche, ibridi mediatori tra mondo umano e soprannaturale, erano poste sulle tombe (con la funzione di schiudere le porte dell’Ade).