Sulla piccola anfora del museo è la scena dell’uccisione dell’Idra di Lerna, la seconda tra le 12 fatiche che Eracle / Ercole (figlio illegittimo di Zeus) dovette superare come imposizione dell’oracolo di Delfi, prezzo per la sua immortalità, considerate anche come un’espiazione per l’uccisione dei propri figli (quando impazzì per l’intervento dalla gelosa Era, moglie di Zeus). Raccontano Esiodo e Apollodoro che il mostro, nato da Echidna e Tifone, era stato allevato da Era proprio al fine di uccidere Eracle: viveva in una palude presso Argo in una tana dal tanfo velenoso, gigantesco serpente dal corpo a scaglie attorcigliato su se stesso con innumerevoli teste di serpente, a volte 8, o 9, o 50 oppure 100, se non 10.000, ma solo una era la testa immortale.
Questo mito (dall’origine e dall’ iconografia orientale ugaritica) mostra Eracle che, stanato con le frecce il mostro, lo uccide abbattendolo dopo una lotta estenuante: cerca di spaccare con la clava le teste che però rinascono, sostituite da altre 2 o 3; allora egli chiede aiuto al nipote Iolao che con il fuoco cauterizza le teste mozzate in modo da non farle ricrescere. Infine, con una spada o falcetto, taglia la testa immortale e con il suo sangue avvelena le proprie frecce rendendole letali. Questa fatica però non verrà ritenuta valida in quanto non superata da solo.
II piano sala Vasi Greci Piccola anfora attica a figure nere raffigurante la Scena con Eracle che uccide l’Idra, attribuita al Pittore di Princeton, 550-525 a.C. (inv. S.454). |