Tutti i martedì di agosto, dalle 20.30 alle 23
Ingresso libero da Piazza della Cattedrale 1, via della Cattedrale 15 e via San Giusto 4
Musica, lettura commentata e proiezioni nella magica atmosfera del Giardino del Capitano, accanto a visite guidate alle sezioni del Museo.
Sul Colle di San Giusto, il Civico Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” (già Museo di Storia ed Arte-Orto Lapidario) è, come ogni agosto, al centro di una nuova serie di incontri e visite guidate a tema:
Bestiario antico
Il tema degli incontri di quest’anno, a cura di Marzia Vidulli Torlo e Susanna Moser, è stato ispirato dalla piccola mostra che alla fine del 2018 il Museo ha dedicato a Topolino, come omaggio in occasione del suo 90.esimo anniversario, e alla collaborazione con prestiti di reperti alla mostra “Bestie e Mostri” che è in svolgimento ad Aquileia.
Lo stretto rapporto tra animali e uomini e tra animali e dei dell’antichità si concretizza nelle immagini presenti sui reperti delle collezioni del Museo d’Antichità “Winckelmann”, che verranno illustrati nei diversi incontri, accompagnati da letture e racconti delle credenze e simbologie nelle culture del mondo antico.
Sono stati scelti, nello specifico, alcuni animali che possiamo definire “inconsueti”: come, naturalmente, il topo, animale dalle mille sfaccettature, fra tutti quello che ha sempre vissuto più a contatto con l’uomo, suo malgrado. Il topo era sacro ad Apollo, l’Apollo sminteo, che, come narrano i primi versi dell’Iliade, manda i topi e con essi il flagello della peste a sterminare l’esercito greco, ma è lo stesso dio poi a uccidere i topi con le sue frecce e ad allontanare il morbo. Oggetto di antiche superstizioni, racconti e fiabe, il topo è protagonista infine dei fumetti e dei film di animazione.
Altri due animali verranno presentati insieme perché sono presenti in due famosissime scene nei mosaici di Aquileia cristiana: il gallo e la tartaruga. Moltissime le interpretazioni e le letture di questo “inconsueto” confronto tra due animali che appaiono così diversi, ma che sono stati caricati di molti significati: spesso affiancano gli dei, divertono gli umani e li accompagnano nel loro viaggio nell’aldilà. Ancora, e non poteva mancare, la capra, animale addomesticato già dalla preistoria, che garantì all’uomo la sopravvivenza; in seguito capro espiatorio per liberare il popolo ebraico dai peccati; ancor oggi parliamo in senso figurato di “trovare il capro espiatorio”. Per i Romani la capra era legata al dio Pan e a Dioniso e poi nel Cristianesimo ha fornito l’immagine al diavolo. Diffusamente allevata, dal XVI secolo venne ritenuta, nell’evidente conflitto tra pastorizia e agricoltura, responsabile di danni molesti e irreparabili, causa della desertificazione e demonizzata tanto da proibire il semplice possesso di un esemplare. Per noi è il simbolo dell’Istria, in quanto domina sul suo stemma, e per alcuni anche in modo più profondo è l’interprete quasi del suo destino, adombrando un significato complesso e profondo.
La prima serata però introduce al tema del Bestiario antico iniziando dalla Creazione, che presso tutti i popoli è immaginata come un oceano o il caos primordiale dal quale nasce il dio che crea gli dei Terra e Cielo, che a loro volta daranno origine al mondo con gli uomini e gli animali. La vita paradisiaca viene interrotta dalla cacciata e poi dal diluvio, cui seguirà la riappacificazione del dio coll’uomo: rappresentata ad esempio nell’immagine di Orfeo che ammansisce tutti gli animali o in quella del Pastore Ermes o di Cristo, con le loro greggi. Come dice la Genesi, l’uomo dominerà la vegetazione e gli animali, per nutrirsi e per venir aiutato nel lavoro, ma anche quale offerta al dio, come sacrificio sugli altari.
Bestiario in Note
Il gruppo strumentale Lumen Harmonicum proporrà, a seguire, quattro interventi musicali: capolavori noti e meno noti di Haydn, Schubert, Liszt, Offenbach, Mozart e loro contemporanei.
Nel suggestivo ambiente del Giardino del capitano, l’inconfondibile stile della Wiener Klassik “muterà” ogni sera plasmandosi nelle sonorità degli strumenti a corda accompagnati di volta in volta da corno di bassetto/clarinetto, flauto e pianoforte.
IL PROGRAMMA
Martedì 6 agosto
Ore 20.30: Animali nel bene e nel male
Dalla Creazione alla Cacciata dal Paradiso, dal Diluvio Universale al rapporto tra gli animali e gli dei e gli uomini
Ore 21.30: Nel Caos della Creazione
Quartetto d’archi
Joseph Haydn (1732-1809): La Creazione (Die Schöpfung), versione dell’autore per archi
A seguire: visite guidate alle sezioni del Museo
Martedì 13 agosto
Ore 20.30: Animali come simboli
Omaggio al topo tra miti e leggende
Ore 21.30: Bestiario in note
Clarinetto, corno di bassetto e archi
Pierre Hyacinthe Azais (1741-1795)
Jan Křtitel Vaňhal (1739-1813)
Franz Schubert (1797-1828)
A seguire: visite guidate alle sezioni del Museo
Martedì 20 agosto
Ore 20.30: Il gallo e la tartaruga
Prendendo spunto dal famosissimo mosaico di Aquileia, una ricerca sull’origine e sul valore simbolico contrapposto di questi due animali
Ore 21.30: Tra Orfeo e il Diluvio
Trio violino, violoncello e pianoforte
Christoph Willibald Gluck (1714-1787): Danza degli spiriti beati da Orfeo ed Euridice
Camille Saint-Saens (1835-1921): Le Cygne da Le Carnaval des Animaux
Camille Saint-Saens (1835-1921): Le Déluge – poëme biblique
Franz Liszt (1811-1886)/Camille Saint-Saens: Orphée – poëme symphonique
Jacques Offenbach (1819-1880): Quattro scene da Orfeo all’Inferno
“C’est deplorable, c’est effroyable” – “Pour seduire Alcmene la fiere” – “Ah, ah, ah! Ne prends plus l’air patelin” – “Le bal est original”
A seguire: visite guidate alle sezioni del Museo
Martedì 27 agosto
Ore 20.30: Il capro espiatorio
Omaggio alla capra, tra realtà, mito e metafora
Ore 21.30: L’usignolo di Amadeus
Quartetto flauto e archi
Wolfgang Amadeus Mozart (1754-1791): Quartetto in Do maggiore K 285b per flauto e archi
Wolfgang Amadeus Mozart (1754-1791): Quartetto in La maggiore K 298 per flauto e archi
Wolfgang Amadeus Mozart (1754-1791): Quartetti in Re maggiore K 285 per flauto e archi
A seguire: visite guidate alle sezioni del Museo
INFO:
tel. 040-310500
www.museoantichitawinckelmann.it
museowinckelmann@comune.trieste.it
Immagine simbolo delle serate: gemma in diaspro rosso incisa con un topo auriga su biga trainata da due pappagalli, tra II-III secolo d.C., collezione Civico Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” di Trieste