Il Castelliere di Nesazio, considerato la capitale degli Istri, sorgeva a una decina di chilometri da Pola, sul colle di Visazze, sovrastante l’insenatura di Porto Badò. Possenti mura lo cinsero sin dall’età del bronzo. All’entrata nella città, tra due muri, era una necropoli dove vennero indagate 114 tombe, ma sepolcri si trovavano anche in altre aree interne dell’insediamento.
Di particolare interesse sono i sepolcri di famiglia, più grandi e con corredi eccezionali, che esaltavano lo status dei defunti, come la tomba I/12 della vetrina G, oppure quella esplorata nel 1981 sotto il tempio romano B, il cui corredo è esposto nelle vetrine I e L.
Le urne e i corredi attestano il grado di benessere e il prestigio degli abitanti e rivelano sepolture stratificate, succedutesi dal XII al II secolo a.C.
Vetrina C Nesazio
La Tomba IV/2 venne ritrovata chiusa da una lastra sagomata di pietra, che custodiva una sepoltura di famiglia che era a cassetta di lastre litiche grezze, esternamente rincalzate da muretti, della profondità di mezzo metro con fondo di ghiaia. Nella cella su due file erano disposti 9 vasi, tutti contenenti ossa cremate di adulto e coperti da lastrelle di pietra: i vasi, tutti simili tra loro, erano ansati con largo collo sporgente, con superficie ricoperta da argilla fina tinta di bruno rossastro, lisciata a stecca e decorata da linee incise simili a quelle delle necropoli dei Pizzughi. Di probabile fattura locale del IX secolo, mostrano le nuove influenze stilistiche derivanti dall’area villanoviana, dall’Italia settentrionale.
Nella parte alta della vetrina sono esposte, con il n. 1, due urne panciute, di forma proto villanoviana, decorate con meandri incisi e rombi intarsiati in bianco; e, con il n. 2, un’urna globulare decorata da motivo ondulato. Allo stesso ambito culturale appartiene, con il n. 3, il coltello di bronzo con manico a codolo e dorso ingrossato a costa, ornato con motivo a meandro inciso.
Nei livelli inferiori della vetrina è esposta la Tomba I/4, una sepoltura caratterizzata da un corredo che comprendeva alcuni vasi di importazione dalla Puglia tra VII e IV secolo.
Con il n. 1, sono tre vasi di importazione dalla Daunia (dal nord della Puglia) a motivi geometrici dipinti in nero e rosso, databili al secolo VII; accanto, con il n. 2, un bicchiere o skyphos sempre di provenienza sud italica con dipinti motivi a meandro e a onde in nero, che è più recente, da inquadrare dal IV secolo in poi. Insieme nel corredo c’erano, con il n. 3, due situle di bronzo caratterizzate dalle spalle distinte, coniche, del tipo che rientra nel V secolo.