Al centro della sala è collocata la statua in marmo, detta il Palestrita, che venne ritrovata negli scavi della villa: la posizione del corpo che grava sulla gamba destra tesa, mentre la sinistra è flessa in avanti, così come l’osservazione della muscolatura della schiena, che rivela come il braccio sinistro fosse alzato, permettono di riconoscervi un atleta che si allaccia intorno al capo la benda della vittoria. Si tratta di una copia romana in marmo, di età neroniana (metà I secolo d.C.), del famosissimo Diadumeno, opera dello scultore greco Policleto che la realizzò in bronzo alla metà del V secolo a.C.
Molte sono le copie conosciute del Diadumeno giunte fino ai nostri giorni, tra esse la più antica è quella rinvenuta a Delo e conservata ad Atene (età tardo-ellenistica), mentre la copia più vicina alla nostra è quella di Vaison, conservata a Londra, di epoca claudio-neroniana, così come gli esemplari di Napoli e di Basilea.
La statua di Barcola è stata rinvenuta spezzata e incompleta, gettata nel vano G, divenuto evidentemente dopo il crollo della villa un deposito di materiale. Non si tratta certamente del luogo originale ed è stata avanzata l’ipotesi di immaginarla esposta nel vicino giardino, o forse inserita come elemento decorativo delle terme e della palestra edificate nella zona a settentrione in epoca giulio-claudia: l’accurata lavorazione della statua anche nella parte posteriore mostra che doveva essere visibile a tutto tondo e non collocata in una nicchia o addossata al muro.
Inv. 2238
VOCE DAL PASSATO N. 14
Ascoltiamo la statua del Palestrita